Concessioni balneari 2023 a Rimini: "La Riviera deve avere più spiagge libere"

L’analisi di Roberto Biagini, presidente del Conamal: "Canoni demaniali bassi, i bagnini pagano una miseria"

Spiaggia a Rimini (foto d'archivio)

Spiaggia a Rimini (foto d'archivio)

Rimini, 27 febbraio 2023 – “Bagnini e fatturati? È un ossimoro". Attacca con una battuta Roberto Biagini, ex assessore comunale e presidente Conamal, Coordinamento nazionale mare libero.

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In che senso?

"Sono termini tra loro antitetici".

Ironizza sui 260mila euro di fatturato medio che, secondo uno studio recente di Nomisma, mette insieme ogni stabilimento balneare italiano all’anno?

"Intanto osservo che per il Riminese il presidente dei balneari di Confartigianato, Mauro Vanni, ha già ‘ridotto’ la cifra a 140-150mila euro".

Con la motivazione che qui, a differenza che nel resto d’Italia, lo stabilimento balneare non comprende anche il chiosco bar ristorante, salvo rare eccezioni.

"Esattamente. Ma io non voglio entrare nel merito dei fatturati, prendo atto, non è di questo che ci occupiamo".

Ma?

"Ma osservo però che l’incidenza dei canoni demaniali, insomma il costo dell’affitto della spiaggia, a livello nazionale è del 2,58%, a Rimini il 6%".

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Che cosa significa?

"Appunto, che si fattura molto di meno. E anche, se mi permette, che i canoni sono irrisori".

Canoni che sono nazionali. Gli operatori elencano una lunga lista di spese aggiuntive, tra servizio di salvamento, pulizia, sicurezza, tassa rifiuti, dune e così via.

"Senta, qualsiasi attività economica ha spese accessorie oltre all’affitto".

In spiaggia sono più alte dell’affitto stesso, dicono i bagnini.

"Appunto. Però di fatto pagano una miseria. Un ristorante sul lungomare versa 60-70 mila euro l’anno di affitto. Un ristobar a 30 metri di distanza, sulla spiaggia, 3.000 euro. E poi sa cosa le dico?".

No, dica.

"Se bagnini e ristoratori di spiaggia lavorano in perdita, possono restituire la concessione. L’ufficio demanio del Comune è aperto".

Un altro tema caro al Conamal, che lei presiede, è quello delle spiagge libere.

"Certamente. In Italia il 43% della costa è occupato da stabilimenti, mentre l’8% è inaccessibile per motivi diversi. A Rimini invece oltre il 91% delle spiagge è occupato, quelle libere rimangono solo il 9%, contravvenendo alle disposizioni normative in materia".

Però l’economia del territorio è basata sull’ombra, no?

"Noi come Conamal, insieme ad altri soggetti, parteciperemo alla redazione del nuovo piano dell’arenile del Comune di Rimini, e chiederemo con forza che le spiagge libere aumentino".

Senta, ma sporgerà denuncia per le minacce che ha ricevuto l’altro giorno sui social?

"Non ne vale la pena".