Concessioni balneari, stop alle proroghe: ecco cosa accadrà dopo il 31 dicembre

Gli scenari futuri spiegati dall’avvocato Roberto Manzi. "Ora si attendono i decreti attuativi del governo. Poi toccherà ai Comuni completare le aste pubbliche"

Rimini, 21 aprile 2023 – La Corte di giustizia Europea si è espressa sui quesiti presentati dal Tar di Lecce. Come accaduto nel 2016, con la sentenza ribattezzata Promoimorese, ha stabilito che non sono ammesse proroghe e rinnovi automatici. Insomma, anche la mini proroga di un anno inserita dal governo nel decreto Milleproroghe è stata bocciata in via definitiva. Dunque le concessioni demaniali scadranno il 31 dicembre di quest’anno.

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Solo i decreti attuativi nei prossimi mesi consentiranno ai Comuni di sfruttare la possibilità inserita nella legge 118, e avere un anno di tempo in più per effettuare le evidenze pubbliche, dunque tutto il 2024. Altra sottolineatura contenuta nella sentenza riguarda le concessioni a cui si applica la direttiva, e su questo la Corte comprende un po’ tutto e non solo quelle che hanno un interesse che supera i confini nazionali.

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Ma come sempre c’è chi ha visto nelle parole scritte dalla terza sezione della Corte europea, uno spiraglio. Per i giudici il governo ha margini per valutare se e dove c’è ‘scarsità di materia’, ovvero dove ci sono ampie aree libere da dare in concessione e dove questo non accade. Per saperne di più serve una mappatura del demanio. Ma i tempi stringono e i bagnini chiedono certezze e decreti attuativi.

di ANDREA OLIVA

La strada verso le evidenze pubbliche per le concessioni balneari è intrapresa. Ad aiutarci a comprendere gli scenari futuri ci pensa l’avvocato Roberto Manzi, uno dei massimi esperto in materia. La sentenza della Corte di Giustizia europea ha stabilito ancora una volta, come già accaduto nel 2016, la validità della direttiva Bolkestein. La Corte era stata interpellata dal Tar della Puglia (sezione di Lecce).

Avvocato Manzi, a che punto siamo arrivati?

"La sentenza della Corte di Giustizia da un lato conferma, come quella del 2016, la validità della direttiva Bolkestein. Ci sono tuttavia alcuni punti che meritano un approfondimento. Si parte con il punto 79 sull’applicabilità della direttiva: sostanzialmente dice che le amministrazioni devono applicare il principio di concorrenza".

Sul rinnovo automatico delle concessioni viene messa la parole fine. Cosa accadrà dopo il 31 dicembre 2023?

"Su questo si attendono i provvedimenti del governo e i decreti attuativi. Solo allora i Comuni potranno appellarsi alla legge e utilizzare il 2024 per completare le evidenze pubbliche".

Quali novità presenta la nuova sentenza?

"Prima di tutto ci dice che la direttiva non si applica solo alle concessioni transfontaliere, ovvero a quelle il cui interesse supera i confini nazionali".

Dunque aste per tutti?

"L’applicabilità è ampia, d’altronde ricordo come già il Consiglio di Stato aveva valutato tutte le concessioni come transfontaliere".

Aste per tutti, ma come farle visto che le situazioni tra regioni e persino tra comuni sono diverse?

"La sentenza ci dice una cosa importante quando parla della possibilità di valutare l’eventuale scarsità delle risorse naturali, dunque delle spiagge e delle concessioni disponibili. Su questo si dice che la valutazione può essere fatta ‘caso per caso su una analisi del territorio costiero del Comune in questione’. Di fatto questo concede margini al governo per stabilire i criteri con i quali predisporre i decreti. È molto importante perché le condizioni nel Paese sono diverse e potrebbero essere demandate valutazioni alle stesse Regioni, ad esempio, o Province".

Se c’è demanio da affidare in concessione, e non c’è scarsità, si possono evitare le aste?

"Per poter dare una risposta bisognerà capire quali saranno i criteri adottati dal governo".

Dobbiamo rassegnarci alle aste oppure no?

"Credo che la strada imboccata sia quella delle evidenze pubbliche, a questo punto non più prorogabili".