Rimini, al largo un tesoro di gas: il governo riaccende la piattaforma

L’impianto Giulia è tra quelli che potranno essere riattivati per aumentare la produzione di energia in Italia, da qui si possono estrarre 500 milioni di metri cubi. Altri siti produttivi invece verranno dismessi

Una delle piattaforme di estrazione del gas al largo di Rimini

Una delle piattaforme di estrazione del gas al largo di Rimini

Rimini, 6 aprile 2022 - La risposta contro il caro bollette? E’ nel mare. E non si parla solo del maxi impianto eolico, sul quale si discute da anni e il cui iter sta andando avanti. La società Energia Wind 2020 ha modificato in maniera radicale il progetto, che prevede le pale eoliche a una distanza di 10 miglia dalla costa, anziché 5 come inizialmente previsto. E’ una modifica sostanziale e per per questo le istituzioni, a partire dal Comune di Rimini, sono pronte a sedersi a un tavolo e a valutare il progetto con attenzione.

FOCUS / Cinquanta piattaforme da riattivare

Ma il piano varato dal governo per permettere all’Italia di diventare più autonoma dal punto di vista energetico prevede anche la riattivazione dei giacimenti di idrocarburi che non sono più utilizzati da anni. E tra gli impianti di estrazione di gas che, secondo il Pitesai (si tratta del Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee) potrannno ripartire, ce sono diversi nel mare Adriatico. Tra questi anche ’campo Giulia’, che si trova al largo di Rimini, a una quindicina di km di distanza dalla costa.

L’impianto venne installato nel 1980, appartiene a Eni e non è attualmente in uso. Ma secondo il piano del governo, è tra quelli che potrebbero essere messi in funzione. Si calcola che dal ’Giulia’ si possano estrare qualcosa come 500 milioni di metri cubi di gas. Sia questo che altri siti di estrazione nell’Adriatico rappresentanto una risorsa importante per il fabbisogno energetico italiano, anche se non risolverebbero certo i problemi. Non è ancora chiaro quale sarà il destino del ’Giulia’, e va detto che il piano del governo pone non poche restrizioni. Ma il sito di Rimini, oltre a vantare una riserva di gas non ancora sfruttata, una volta completata l’estrazione delle risorse disponibili potrebbe continuare a funzionare, con un intervento di perforazione in una direzione differente dall’attuale.

La Regione non ha fatto obiezioni alla ripresa delle estrazioni di gas da giacimenti già attivi. Nella provincia di Ravenna si sta valutando la possibilità di autorizzare nuovi impianti: significherebbe nuove trivellazioni. M5s e Verdi sono fermamente contrari. Per i Verdi, in generale "l’incremento delle estrazioni di gas in Adriatico non è la soluzione": metterebbe a rischio fauna e flora marina e provocherebbe l’aumento della subsidenza. Inoltre "i tempi di riattivazione sarebbero tali – attacca Silvia Zamboni, consigliere regionale di Europa verde – da non offrire una risposta in tempi adeguati". E anche Silvia Piccinini (del M5s) si è detta contraria.

Ma la possibilità di riattivare gli impianti di estrazione di gas già esistenti, come il ’Giulia’, è più che concreta. Discorso diverso invece per altre piattaforme in mare, tra cui l’Azalea A, sempre al largo di Rimini. Per questo impianto di estrazione del gas Eni ha già presentato al ministero della Transizione ecologica (l’anno scorso) il piano per la sua dismissione.