Guerra in Ucraina: corsa alle scorte al supermercato, dalla pasta all'olio

I timori per gli esiti del conflitto spingono molti riminesi ad acquistare grandi quantitativi di beni di prima necessità

Scaffali vuoti nei supermercati

Scaffali vuoti nei supermercati

Rimini, 13 marzo 2022 - Si svuotano le prime scansie nei supermercati. I venti di guerra che soffiano dall’Ucraina e le preoccupazioni sul reperimento di materie prime alimentari quali la farina ad esempio, stanno alimentando l’incubo da dispensa vuota.

E c’è anche il timore che più passano i giorni maggiori saranno gli aumenti. Negli scaffali dei supermercati in provincia si cominciano a vedere i primi spazi vuoti ma niente allarmismi dicono i Commercianti indipendenti associati Conad del territorio riminese.

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In questi giorni, ci spiegano, è in atto una forte promozione sottocosto per cui diviene difficile distinguere l’effetto attrattivo della promozione dal timore dei clienti di rimanere senza prodotti. Tuttavia, spiegano gli stessi commercianti il cittadino è sempre più attento ad alcune tipologie di merce. Guarda caso si tratta delle farine, dunque anche della pasta, dell’olio di semi e dello zucchero ad esempio, quei prodotti che ogni giorno sono sulla bocca dei referenti delle associazioni degli agricoltori e della grande distribuzione perché diventati merce rara.

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Tuttavia al momento le scene viste nelle prime settimane di pandemia restano lontane. "In questa fase – ci spiega Giorgio Cecchini titolare in due Conad, tra Riccione e Misano – non stiamo subendo un problema di approvvigionamento di prodotti. Se c’è un tipo di merce che scarseggia si può comunque trovarne un’altra simile, dunque non c’è il rischio di rimanere senza qualche prodotto in particolare. Oggi non serve la corsa a fare la spesa".

Ma è sempre vero che un eventuale sciopero degli autotrasportatori potrebbe peggiorare la situazione. "Questo è vero. Uno sciopero creerebbe problemi". Sul settore alimentare gli effetti del domino scatenato dai carri armati in Ucraina e dalla conseguente guerra commerciale si possono già vedere. "Già non si trova l’olio di girasole, particolarmente utilizzato dall’industria alimentare – precisa Mario Mazzotti presidente Legacoop -. Questo ha portato importanti cooperative a riattivare la fornitura di olio di palma, il cui prezzo è più che triplicato, con tutto quello che comporta dal punto di vista del riadeguamento degli impianti".

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