Hotel, a Rimini addio alla pensione completa

Dopo il Covid, il 10% delle strutture ha rivisto l’offerta. Rinaldis (Federalberghi): “Camerieri e cuochi introvabili. Vanno riviste tante cose del lavoro stagionale, inclusa la Naspi”

Rimini, 27 aprile 2023 – Camerieri e aiuto cuochi introvabili. Spese che non tornano e un modello turistico che sta cambiando. Così circa il 10% degli hotel a Rimini ha detto addio alla pensione competa dopo il Covid. In piena pandemia le limitazioni imposte dalle norme avevano ridimensionato l’utilizzo della cucina e del servizio di pensione completa. Poi è arrivata la grana del personale, introvabile, a cui si è aggiunto il caro energia.

Un albergo su 10 a Rimini non offre più la pensione completa
Un albergo su 10 a Rimini non offre più la pensione completa

Turismo, boom di presenze in Riviera

Così tanti hanno deciso di non tornare all’antico. "Nelle ultime due-tre stagioni un hotel su dieci ha cambiato la propria offerta non proponendo più la pensione completa - premette la presidente di Federalberghi Patrizia Rinaldis -. Si tratta di circa un centinaio di strutture. Ciò nonostante Rimini ha una quantità di alberghi che consente al turista di trovare l’offerta che desidera. La pensione completa si trova ancora, ma tanti stanno virando verso un nuovo prodotto, per altro richiesto dagli stessi clienti".

Con una fava si prendono due piccioni, e la ricerca di personale diventa meno ossessiva e problematica. "Oggi abbiamo circa 900 alberghi a Rimini ai quali aggiungere 150 Rta (residence ndr). Se pensiamo che arrivati a questo punto della stagione potremmo avere tra i due e i tre elementi negli staff ancora mancanti, bene si capisce l’entità del problema personale".

Intanto la pensione completa è stata sostituita con altre offerte. "Per lo più le attività hanno cambiato il prodotto in modo graduale, passando prima alla mezza pensione, dunque con turni ridotti del personale e un ricorso inferiore alla forza lavoro. Alcuni poi sono arrivati a offrire solo il brunch mentre altri si sono fermati alla colazione. Non vedo la cosa in modo negativo. Le nuove offerte vanno nella direzione di un turista moderno, consentendo maggiore libertà e flessibilità nel godersi la vacanza e il luogo".

E c’è anche il rovescio della medaglia. "In questo modo migliora la qualità della vita dei lavoratori e degli stessi albergatori in quelle che spesso sono gestioni famigliari. Si lavora con turni e giorni di riposo, la mole di lavoro è più sopportabile. Qualcuno vorrebbe anche i sabati e le domeniche liberi, ma questo non si può". Ironia a parte, per la presidente la ricerca di personale "resta un problema, ma non della Riviera, bensì italiano. Le difficoltà erano presenti prima del Covid, e sono esplose con la pandemia. Serve rivedere tante cose, dalla Naspi che oggi è penalizzante, agli alloggi che devono trovarsi ed essere disponibili, all’intero mondo del lavoro stagionale".