"La fine del Superbonus rischia di costarci 5 milioni di euro"

Parla Marco Polazzi, titolare dell’azienda Ubisol, specializzata in impianti fotovoltaici e termici. "La decisione del governo è una sciagura. Abbiamo 230 cantieri che potrebbero bloccarsi".

Marco Polazzi, titolare insieme a Francesco Rinaldi di Ubisol

Marco Polazzi, titolare insieme a Francesco Rinaldi di Ubisol

Dal Superbonus "siamo passati al super caos. La decisione del governo di eliminare lo sconto in fattura e la cessione del credito, per tutti gli interventi edilizi fatti con gli incentivi, è una sciagura". Marco Polazzi, titolare insieme a Francesco Rinaldi di Ubisol - azienda specializzata in impianti fotovoltaici e termici - e vicepresidente provinciale della Cna, ha già fatto tutti i conti. "Abbiamo centinaia di cantieri che rischiano di bloccarsi e 5 milioni di euro di crediti congelati, che non sappiamo quando e come potremo riscuotere".

Quanti sono i cantieri legati al Superbonus in cui siete impegnati?

"Attualmente ne stiamo seguendo 130. Si tratta di interventi su case e piccoli condomini. Siamo molto esposti, ma meno rispetto a solo pochi mesi fa. L’anno scorso, per intenderci, abbiamo eseguito oltre 400 interventi coperti dal Superbonus".

Poi avete deciso di rinunciare ad alcuni interventi?

"Sì. Avevamo fiutato che le cose potevano cambiare da un momento all’altro. Diciamo che fin dall’inizio lavorare con il Superbonus 110 per cento è stato problematico. La legge era fatta male, cambiava di continuo: in pratica ogni due settimane veniva modificata. Per questo abbiamo puntato sempre di più sugli impianti per le attività produttive e industriali, visto che c’è forte richiesta per ridurre i costi energetici. Questo ci ha salvato: se la decisione del governo fosse arrivata qualche mese fa, saremmo stati in difficoltà a pagare i fornitori".

E ora invece?

"Siamo comunque in difficoltà, come tutti del resto, e non solo per gli interventi legati al Superbonus. Abbiamo un altro centinaio di cantieri in corso, coperti da bonus minori (il 50% di detrazione per il fotovoltaico, il 65% per nuovi impianti termici), e pure per questi non è più possibile usufruire della cessione del credito".

Anche questi cantieri rischiano di bloccarsi?

"Assolutamente, anche perché in molti casi si tratta di interventi su hotel, ristoranti e altre attività, dagli importi importanti. Venendo a meno la possibilità della cessione del credito, se il governo non interviene subito o si trova una soluzione con i clienti, oppure dovremo interrompere i lavori. Lo stesso rischia di accadere anche per i cantieri legati al Superbonus".

Ci sono già stati, in questi ultimi giorni, clienti che vi hanno chiamato perché temono di ritrovarsi i lavori bloccati?

"Tanti. Una donna mi ha telefonato disperata: stiamo facendo un intervento molto importante nella sua abitazione, che costa oltre 50mila euro. Lei ha dovuto prendere casa in affitto per tutta la durata dei lavori. Ora, senza la cessione del credito, non sa come fare per pagare i lavori e la rata del mutuo che aveva acceso è cresciuta notevolmente. Non si tratta di un caso isolato: tante famiglie si trovano ora in difficoltà, al pari delle aziende".

Per le imprese del settore il Superbonus è stato, per almeno un paio d’anni, un grande affare.

"Gli incentivi hanno fatto ripartire il settore, ma ripeto: la legge era fatta male fin dall’inizio ed è stata poi modificata tante, troppe volte. Domani ci terrà un incontro a Palazzo Chigi con le associazioni di categoria: ci auguriamo tutti di ricevere buone notizie. Perché, nel caso contrario, tantissime aziende non sopravviveranno".