Tassa di soggiorno, a Rimini costerà 50 cent in più

Rimini vuole aumentarla nel 2019 per gli hotel da tre stelle in su

L’assessore Gian Luca Brasini

L’assessore Gian Luca Brasini

Rimini, 12 ottobre 2018 - Il ministro al Turismo Centinaio l’ha detto forte e chiaro proprio a Rimini: «La tassa di soggiorno va cambiata: deve diventare una tassa di scopo per finanziare azioni sul turismo, non lo strumento per ripianare i bilanci dei Comuni». Per il 2019, però, «non cambierà nulla». Non a Rimini, dove l’intenzione dell’amministrazione e della maggioranza è quella di aumentare l’imposta di soggiorno.

Le bocche per ora sono cucite, anche perché la decisione definitiva ancora non è stata presa e si sta ragionando sul tipo di aumenti. Ma nella proposta avanzata alcuni giorni fa dall’assessore al Bilancio Gianluca Brasini e discussa con i consiglieri della maggioranza, c’è l’ipotesi di incrementare l’imposta di almeno 50 centesimi, per tutti gli hotel dai tre stelle in su.

Attualmente la tariffa prevede 1,50 a persona al giorno negli alberghi a tre stelle, 2,50 in quelli a quattro stelle e infine 3 euro per il Grand Hotel e l’iSuite, che sono le uniche strutture a cinque stelle. Non si paga, negli hotel e in tutte le altre strutture ricettive, dal settimo giorno in poi. Se si andrà avanti con la proposta avanzata da Brasini, dal 2019 nei tre stelle (che sono 600 a Rimini) si pagherà 2 euro al giorno a persona, 3 nei quattro stelle (una settantina) e 3,5 nei cinque stelle.

I consiglieri di maggioranza, dopo l’incontro con Brasini, hanno preso tempo. C’è chi pensa, ad esempio, che sia giusto ritoccare anche le tariffe sui camping e sopratutto sugli alloggi Airbnb. La discussione è aperta, e non sarà breve. Vale la pena ricordare che Rimini incassa dall’imposta di soggiorno circa 7 milioni di euro all’anno.

Intanto da Riccione il sindaco Renata Tosi plaude all’intenzione del ministro Centinaio di rivedere la tassa di soggiorno. «Deve diventare a tutti gli effetti – dice la Tosi – una tassa di scopo, e che dia concreti servizi ai turisti che la pagano. Riccione, che nel 2017 ha ricavato 3,2 milini di euro dall’imposta, ha destinato i proventi della tassa al finanziamento di eventi turistici e promozionali, alla manutenzione del verde e delle strade nella zona turistica della città».

Insomma, per la Tosi Riccione ha già imboccato la strada indicata da Centinaio, e «i risultati sono stati evidenti sotto il profilo degli eventi, organizzati non solo durante la stagione estiva, ma anche nei periodi a ridosso delle festività di Natale e Pasqua». E’ in questo modo che Riccione «ha aumentato del 4,2% le presenze nei primi sette mesi del 2018». La Tosi infina auspica «la collaborazione con i Comuni del territorio, per pianificare attività di promocommercializzazione incisive e forti dalla costa all’entroterra».