Giulia Sarti, Di Maio "Dimissioni doverose dal M5s"

Al vicepremier non bastano dimissioni dalla presidenza della commissione e autosospensione. Il ministro Grillo: "Avrebbe dovuto essere più chiara"

Luigi Di Maio si scaglia contro Giulia Sarti

Luigi Di Maio si scaglia contro Giulia Sarti

Rimini, 27 febbraio 2019 - Le dimissioni da presidente della Commissione Giustizia della Camera non bastano. Luigi Di Maio (video), vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle, chiede anche l'espulsione dal M5s della parlamentare riminese. Nelle scorse ore, infatti, la procura ha chiesto l’archiviazione per le accuse di appropriazione indebita lanciatagli addosso dalla sua ex, ora onorevole.

AGGIORNAMENTO Giulia Sarti, le chat con l'ex fidanzato inguaiano la deputata M5S

"Giulia Sarti si è dimessa dalla presidenza della Commissione Giustizia, e si è autosospesa. Ora il Movimento dovrà decidere l'espulsione, che credo doverosa. Per me il caso è chiuso", scandisce oggi Di Maio che ha visto balenare anche l'ipotesi che in procura, a Rimini, fossero chiamati anche il portavoce di Palazzo Chigi e la responsabile comunicazione dei 5 Stelle. Ma, almeno su questo fronte, Di Maio può dormire sonni tranquilli. Rocco Casalino - per il quale il Pd ha chiesto nuovamente le dimissioni "dall'incarico e dal relativo stipendio" - e Ilaria Loquenzi non sono stati sentiti nell'indagine su Bogdan, né gli inquirenti intendono farlo in futuro perché la testimonianza sarebbe stata ritenuta irrilevante: nel fascicolo si indagava su una presunta sottrazione di somme e non su chi, come emergerebbe da alcune chat agli atti, avrebbe detto alla deputata cosa fare.

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A partecipare al fuoco (ex) amico sulla Sarti ci sono anche due ministri. La titolare alla Salute, Giulia Grillo, assicura: "Ci sono rimasta male. Per quanto io sia molto vicina umanamente alla deputata Sarti, oggettivamente è una cosa antipatica questa e ritengo che abbia correttamente fatto quello che doveva fare, cioè dimettersi e autosospendersi. Poi ora i probiviri - aggiunge - diranno quale sarà il passo successivo, mi dispiace perché avrebbe dovuto essere più chiara in un'altra fase ed evitare di arrivare anche a questo stadio, anche per lei".  Rincara la dose il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: "Non posso che prendere atto di una decisione che è stata presa in assoluta trasparenza. Emerge un fatto per il quale le dimissioni erano un atto immediatamente consequenziale e così è stato". 

L'INCHIESTA - Una nuova tegola per la deputata riminese sulla cui testa pende già l'annunciata richiesta danni da parte dell'ex fidanzato. Secondo quanto si apprende, la Procura non procederà d'ufficio per calunnia nei confronti della deputata. La richiesta di archiviazione nei confronti dell'ex compagno della parlamentare, Andrea Tibusche Bogdan, ha una formula dubitativa e inoltre tra le prassi della Procura romagnola c'è quella di non moltiplicare i fascicoli di indagine. In casi come questo di solito si attende una querela della persona offesa.

Nella richiesta firmata dal procuratore capo Elisabetta Melotti e dal pm Davide Ercolani si sottolinea come non vi siano elementi idonei per sostenere che Tibusche abbia sottratto le somme senza che Sarti avesse autorizzato, "quantomeno implicitamente" le operazioni. Se da un lato "può ritenersi assodata un'incapacità a gestire le proprie risorse finanziarie" da parte di Sarti, dall'altro gli elementi acquisiti "non consentono di affermare che i prelievi siano stati eseguiti consapevolmente" da Bogdan, contro la volontà di Sarti.

Nella richiesta di archiviazione si legge inoltre che il fascicolo sulle foto intime di Giulia Sarti è stato mandato dalla Procura di Rimini a quella distrettuale di Bologna, per competenza. Il motivo è che per che alcuni reati di natura informatica la competenza, per la parte istruttoria, è del capoluogo di distretto. In questo caso i reati contestati nel fascicolo sono accesso abusivo a sistema informatico e interferenze illecite nella vita privata e la diffamazione, che viene ritenuta connessa agli altri due.