"Il vaccino trivalente non provoca l’autismo"

La Corte d’Appello di Bologna ‘boccia’ il tribunale di Rimini

La vaccinazione di un bimbo (foto Newpress)

La vaccinazione di un bimbo (foto Newpress)

Rimini, 2 marzo 2015 - Non esiste nessuna correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo. Questo è quanto sostiene la Corte d’Appello di Bologna che ha ribaltato la sentenza del giudice del lavoro di Rimini, emessa nel 2012, che aveva riconosciuto un risarcimento a due genitori residenti nel Riminese il cui bambino era stato vaccinato dall’Ausl nel 2002, al quale era poi stata effettuata una diagnosi di autismo.

«Con ragionevole probabilità scientifica – si leggeva nelle motivazioni del tribunale di Rimini – la malattia è correlata alla somministrazione del trivalente presso la Ausl». Non sarebbe così secondo il consulente tecnico d’ufficio nominato dalla Corte dopo l’appello del ministero della Salute che era stato condannato a pagare alla coppia 200mila euro.

Nella sentenza emessa dai giudici d’Appello si legge che il tecnico «ha segnalato in modo minuzioso la non pertinenza e la non rilevanza degli studi in essa citati». Il consulente della famiglia aveva presentato le ricerche del medico inglese Andrew Jeremy Wakefild.

«Sono studi irrilevanti smentiti dalla comunità scientifica – afferma il consulente nominato dalla Corte –. Inoltre nella storia clinica del bambino non c’è un’oggettiva correlazione temporale tra la progressiva comparsa dei disturbi della sfera autistica e il vaccino Mpr (contro morbillo, parotite e rosolia, ndr). Vi è solo il fatto che i due eventi avvengano uno prima e uno dopo, ma come dimostrato, ciò non è sufficiente a mettere in relazione i due eventi».

In primo grado l’asserzione era stata che in assenza di altre cause evidenti l’autismo non poteva che essere causato al vaccino. «Dire che la sindrome non ha altre cause note e quindi è colpa del vaccino trivalente non aveva senso logico – dichiara Antonio Ferro, medico responsabile del sito Vaccinarsi –. Senza contare che recenti studi affermano che tale sindrome potrebbe essere dovuta a una predisposizione genetica. La sentenza di Rimini del 2012 non aveva precedenti, e i gruppi antivaccinali hanno fatto leva sulla decisione per convincere centinaia di famiglie a non fare il vaccino Mpr. Adesso – afferma – speriamo che i magistrati che si occuperanno di questi casi tengano conto di quanto stabilito dalla corte di Bologna».

Luca Ventaloro, il legale che assiste i genitori, dichiara che «il consulente della Corte ha fatto un approfondimento parziale, non collegato ai più recenti studi. Ricorreremo in Cassazione».