Riccione, ovazione al CinePalace per Alessio Boni

“A Riccione farei un Amarcord 2 per ricordare Fellini. Chapeau alla riviera romagnola”

Alessio Boni presentazione del film La ragazza nella nebbia (Foto Concolino)

Alessio Boni presentazione del film La ragazza nella nebbia (Foto Concolino)

Riccione, 9 novembre 2017 -  Straordinario bagno di folla martedì sera al Giometti CinePalace per Alessio Boni (FOTO). Attorniato da un caloroso pubblico, che ha gremito tre sale, ha presentato La ragazza nella nebbia, thriller scritto e diretto da Donato Carrisi, autore dell’omonimo bestseller, venduto in tre milioni di copie. Intervenuto nell’ambito della rassegna Cinema d’Autore, Boni (professore Loris Martini), introdotto dal presidente di Riccione Teatro, ha parlato prima e dopo la proiezione del film, rispondendo fino a mezzanotte alle domande poste dal pubblico sull’inquietante e angosciosa storia di Anna Lou, sedicenne scomparsa la vigilia di Natale in un piccolo paese di montagna. Come sta andando il film, che nel cast annovera anche Toni Servillo e Jean Reno? "Molto bene. Siamo terzi in classifica dopo Thor Ragnarok e It, meteore irraggiungibili che si trovano in 600/700 sale. Riportare il thriller psicologico, vero e onesto, credo sia portare una ventata d’aria fresca in un cinema, dove siamo abituati a vedere film d’azione e romanzi criminali forti che sentiamo distanti. Carrisi ha fatto Bingo con la genesi del romanzo”. Ma c’è un altro aspetto positivo? “Una cosa di Carrisi che mi piace sottolineare è che nel film non c’è un’azione violenta, non c’è un colpo di pistola, si da il là alla scena e il pubblico parte a mille con l’immaginario e le ipotesi. Tutto questo tiene sulle spine”. Ci svela qualche retroscena? “Durante le riprese si creava talmente un clima di tensione che in certe scene ci si spaventava anche. Il nostro fonico suonava la chitarra, così a sera, in un hotel sopra Bolzano cantavamo per stemperare i toni e le angosce vissute in dieci ore di riprese ”. Il thriller è stato presentato in anteprima a Riccione durante Cinè dallo stesso Carrisi… "Si, Riccione gli ha portato molta fortuna, me ne ha parlato. Anch’io qui mi trovo benissimo, c’è l’accoglienza nel sangue, per indole, non per necessità professionale o perché l’altro può dare qualcosa. Qui l’accoglienza è naturale, come il Sangiovese, la piada de lo squacquerone. Con questo mare avete creato un indotto che non si trova in tutta la penisola. C’è più gente qui in riviera che nel resto d’Italia. E’ pazzesco, impressionante!” Riccione è stata più volte set cinematografico, cosa girerebbe qua? “L’unica cosa che potrei fare, sarebbe un Amarcord 2 per ricordare Fellini, il grande Maestro, Rimini, Riccione. Amarcord è uno dei miei film preferiti, mi riporta alla mia infanzia, quindi chapeau alla riviera romagnola”. Ha conosciuto di persona Fellini? “Purtroppo l’ho incontrato solo una volta, ci siamo incrociati in via Margutta, era in compagnia della moglie Giulietta Masina”. A giorni la vedremo protagonista di una nuova fiction su Raiuno? “Si, La strada di casa con Lucrezia Lante della Rovere e Sergio Rubini, in tv dal 14 novembre. E’ un giallo, che ha come protagonista Fausto Morra un grande allevatore. Una notte ha un incidente con il suo Pik-Up e al risveglio non ha più la memoria, non riesce a riconoscere nessuno. Dopo cinque anni di coma deve ricostruire tutto, ricominciare a parlare, fare terapia posturale per riprendere a camminare ed esercizi per riacquistare la memoria”. Dopo tanti film e decine di premi cos’ha in cantiere? “Ho in mente una bella storia per il cinema da fare come regista dietro la macchina da presa, ma per fare un film bisogna fermarsi un attimo e io per fortuna in questo momento ho troppi impegni (cinema teatro e tv) ai quali non riesco a dire no”. Si  sta parlando del caso Weinstein che interessa anche il mondo cinematografico… “E’ un argomento delicato, ma se ne deve parlare in tutti i settori , tanto più che non c’è solo la violenza fisica, ma anche quella psicologica. Purtroppo ci sono persone che non hanno forza e coraggio di dirlo subito, si vergognano anche perché può accadere che il predatore sia così abile, da fare in modo che la preda dopo si senta sporca, per cui per anni non riescono a raccontare . A me è capitato con un produttore americano, ma ho detto no ed è finita lì”.