Cattolica (Rimini), 20 luglio 2012 - Londra, 1980. Negli anni di Margaret Thatcher, della recessione e degli scioperi dei minatori che sconvolsero il paese c’era un gruppo che celebrava, con le sue canzoni e con i suoi video, la più appariscente gioia di vivere.

Modelle bellissime e champagne, yacht da favola e completi Armani. Erano i Duran Duran di Simon Le Bon e Andy Taylor che, in tempi di ritorni annunciati, si sono riformati, hanno pubblicato un album, ‘All You Need Is Now’ e suoneranno stasera a Cattolica all’Arena della Regina.
 

Roger Taylor, il batterista, nel frattempo ha scritto musica sperimentale e brani da discoteca, ma non è riuscito a resistere al fascino della band che gli ha dato fama mondiale.

Mister Taylor, tra pochi giorni iniziano a Londra le Olimpiadi e voi siete uno dei gruppi super selezionati che suoneranno alla cerimonia inaugurale.
“Siamo diventati un simbolo del nostro paese. E pensare che tutto è iniziato per celebrare una maniera inedita di mettere in relazione la moda e la musica. Negli anni 80 c’era il New Romantics e i Duran Duran erano la fotografia perfetta di quella aspirazione all’eleganza che aveva contagiato tutti, senza differenze sociali”.

Il look, per voi, come gli Spandau Ballet e gli altri gruppi, era pura esteriorità?
“No, credevamo che vestire in maniera così stravagante, eccessiva, sempre in bilico sul fronte dei sessi, potesse avere anche un valore di critica alla società. Era il nostro modo di imporre, anche attraverso un forte elemento visuale, una cultura giovanile che aveva riscoperto il piacere di curare l’abbigliamento con la stessa attenzione che riservavamo alla musica”.

E pensavate di arrivare a un traguardo come la cerimonia delle Olimpiadi?
“Per niente! Eravamo sicuri che tutto sarebbe svanito dopo qualche anno, quando saremmo diventati grandi...”.

Voi, invece…
“Noi ci siamo ancora, forse perché per noi la musica è subito diventato un mestiere che abbiamo continuato a esercitare anche quando i Duran Duran non c’erano più. Abbiamo aperto studi di registrazione, scoperto nuovi talenti, lavorato come produttori, abbiamo fatto i dj a Ibiza…”.’

Poi, nuovamente, il richiamo della musica patinata dei Duran Duran.
“Quando hai creato universi fantastici, costruiti proprio per fare perdere il senso della realtà, non puoi resistere alla tentazione di farlo nuovamente. A 50 anni vogliamo ancora indossare, noi e i nostri fan, quei vestiti che fanno apparire la vita come un set cinematografico”.

di Pierfrancesco Pacoda