Broglia: "Sono l’Ibrahimovic della Rinascita"

L’esperto pivot dell’Rbr domenica scorsa è stato grande protagonista della vittoria nel derby attorniato da tanti under 21

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Se domenica scorsa, in apertura del quarto e ultimo periodo al Flaminio, qualcuno avesse lanciato il concorso ‘Trova l’intruso’, beh, la soluzione sarebbe stata decisamente facile. In quei frangenti, infatti, sgambettavano sul parquet in canotta biancorossa quattro ‘sbarbati’, ragazzi dai 21 anni in giù, e un diversamente giovane, con quest’ultimo che aveva le sembianze di Giorgio Broglia, lungo classe ‘86 che dispensava consigli e non solo. Un ‘intruso’ che se l’è cavata piuttosto bene, risultando alla fine un fattore nel successo su Cesena. "Ero un po’ come Ibra nel Milan... – se la ride Giorgio, 9 punti, 7 rimbalzi e 3 assist nel suo score –. E’ andata bene, a parte l’avvio la squadra si è espressa con intensità, tutti sono stati importanti nell’arco del match. E questo mi piace, significa che non dipendiamo da nessuno in particolare, in tanti possiamo essere protagonisti". Broglia si fa apprezzare per il suo modo di ‘leggere’ e interpretare la pallacanestro: sorretto da ottimi fondamentali, può camuffare tranquillamente una certa mancanza di atleticità. Un giocatore che, fatte le dovute proporzioni, può ricordare Boris Diaw, il lungo francese che conquistò l’anello Nba nel 2014 con i San Antonio. "Accidenti, un paragone super, è un tipo che ha vinto tutto, con la sua nazionale, con gli Spurs – è lusingato l’ala-pivot di Rbr –. Mi piaceva molto, così come mi piaceva Shaun Stonerook (il mezzo lungo tutto difesa e sostanza che a Siena ha catturato 6 scudetti, ndr)".

Non avendo nell’elevazione naturale il suo punto di forza, Giorgio ha sviluppato negli anni l’arte del tagliafuori, tanto che a volte si ritrova ad artigliare rimbalzi quasi senza alzare i piedi da terra. "Sono obbligato, altrimenti gli avversari mi saltano sulla testa... – ci scherza su il numero 18 di RivieraBanca –. La verità è che la pallacanestro mi diverte ancora tanto, era così quando ero piccolo e non è cambiato nulla. Mi piace allenarmi, vivere lo spogliatoio. E’ la vita". A proposito di spogliatoio: si mormora che in quello stanzone il verbo di Broglia sia Vangelo, soprattutto per i più giovani. "Non sono uno che parla molto – ribatte Giorgio –. Adoro ridere, scherzare con i ragazzi, così come quando posso mi soffermo a spiegare qualcosa e mi fa solo piacere che i più giovani mi stiano a sentire. E’ una cosa che mi viene naturale, non sono un tipo che urla dietro a un compagno, cerco di dare qualche consiglio, questo sì".

Forse, anche a livello inconscio, sta facendo prove tecniche da allenatore. "Mah, non ci ho mai pensato. Faccio il vice al Cus Bologna, ma è una cosa così. Però potrebbe essere una strada...", riflette Broglia, che non si è comunque imposto nessuna ‘data di scadenza’ da giocatore come è giusto che sia, visto che non vive di salto, ma di intelligenza e tecnica.

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