Rimini, Mario Pellegrini portiere a 70 anni. "Voglio battere il record di Boranga"

Spirito indomito e nessuna voglia di appendere le scarpette al chiodo. "Meglio in porta che sul divano"

Mario Pellegrini, tra i pali a 70 anni (foto Petrangeli)

Mario Pellegrini, tra i pali a 70 anni (foto Petrangeli)

Rimini, 31 marzo 2019 - La passione per lo sport e in particolare per il calcio. Vivere lo spogliatoio e assaporare il profumo dell’erba del più emozionante prato verde che ogni calciatore non vorrebbe mai smettere di sentire. Spinto da queste sensazioni, Mario Pellegrini, 70 anni, nato a Santarcangelo ma residente a Rimini, vuole divertirsi ancora e non ha nessuna intenzioni di appendere gli scarpini al chiodo. Oggi in pensione, dopo aver lavorato nella sua ditta di riparazione di elettrodomestici, gioca per la squadra del Ponterotto che milita nel campionato amatoriale Uisp di Cesena. Pellegrini è un po’ la mascotte del gruppo e ora ha come obiettivo quello di raggiungere il record di presenze in campo del portiere Lorenzo Boranga.

Da quanto tempo gioca a calcio? «Non ho un vero passato da calciatore professionista. Anzi, l’ho sempre e solo fatto per divertimento. Ho giocato da piccolo nella Virtus Santarcangelo, dalle giovanili fino alla Prima Categoria, ma poi ho smesso per iniziare a lavorare».

E oggi? «Dopo essere andato in pensione, gioco nella categoria Over 35 con la squadra del Ponterotto, che partecipa al campionato amatoriale Uisp. Vado per passione, spinto dai valori che trasmette lo sport».

Come l’hanno presa i suoi compagni di squadra? «Per loro sono diventato la mascotte. Qualche anno fa volevo smettere per un infortunio a un occhio e invece ha continuato incoraggiato anche dai miei compagni che mi hanno regalato una maschera che mi protegge il viso».

A 70 anni ancora in campo: qual è l’elisir di lunga vita? «Io se non vado a giocare non sto bene. Faccio due partite a settimana con gli amici. Con la Uisp invece gioco al lunedì. Quando mi sento malinconico o arrabbiato vado a giocare e mi passa tutto».

Dove vuole arrivare? «Il mio obiettivo è quello di battere il record di presenze di Lamberto Boranga. Pensi che i compagni di squadra mi hanno regalato una maglia con scritto ‘Boranga’ quando ho compiuto 68 anni».

Cosa mangia prima di andare a giocare? «Non mangio prima di giocare, assolutamente no. Mangio la mattina e a mezzogiorno, e la sera dopo la partita solo un’insalata».

Sua moglie come ha preso questa sua scelta di continuare a giocare? «Mia moglie e mia figlia sono arrabbiate per questa mia scelta. Sono anche andate dal mio dottore per convincerlo a dirmi di smettere. Le capisco perché hanno paura che mi possa far male».

La «papera» che ricorda di aver fatto... «Ne ho fatte tante, infatti mi chiamano ‘saponetta’. Una in particolare fu quando la buttati dentro io. Bloccai il tiro diretto verso la porta, ma mi scappò dalle mani e dato che con la maschera faccio fatica a vedere bene, cercando il pallone, notai che era finito in porta».

Ha riti scaramantici particolari prima di entrare in campo? «No, ma prima di andare al campo faccio sempre le stesse cose, la stessa strada».

Che consigli darebbe a un suo coetaneo per invogliarlo a tornare in campo? «Di stare sempre in movimento. Se io dovessi stare in casa mi annoierei, quindi agli altri direi di non lasciarsi andare sul divano e di fare tanto sport».