Rimini, 22 settembre 2010 - Un ciclone si è abbattuto sul ciclismo e su casa Rossi. Enrico, 28 anni, fratello di Vania, la campionessa italiana di ciclocross, e lui stesso corridore professionista, è stato arrestato ieri a Torriana dai carabinieri del Nas di Perugia con l’accusa di far parte di un’associazione a delinquere dedita al traffico illecito di sostanze dopanti destinate ad atleti professionisti e dilettanti. Indagati a piede libero per l’ipotesi che fossero a conoscenza di questo traffico, anche la sorella Vania, convivente del ciclista Riccardo Riccò, i loro genitori e la fidanzata di Enrico.

In manette invece un suo amico di Torriana, Giorgio Galli, 41 anni, operaio e ciclista amatoriale. E raggiunti da una medesima ordinanza di custodia cautelare Nicolas Vanegas Sanchez, 26 anni di origine colombiana agente di pubblicità e collaboratore della rivista TuttoBici; l’infermiera romana, Chiara Ferri, di 28 anni e un farmacista di Umbertide, Leonardo Scorpiniti, anche lui ventottenne che ha una farmacia a Roma.  Insieme a loro i giudici di Perugia (pm è Sergio Sottani) hanno indagato a piede libero altre 35 persone, tra cui cicloamatori e sei professionisti di un certo peso, medici sportivi, preparatori atletici, farmacisti e frequentatori di palestre sparsi per mezza Italia.

A casa Rossi, a parte Enrico, sono indagati solo per la ricettazione e il concorso nella detenzione della sostanza dopante, anche la sorella Vania, i loro genitori, e la fidanzata del corridore. Secondo gli investigatori il nucleo dei cinque arrestati sarebbe il motore di questo traffico con al vertice proprio Enrico Rossi, detto Red. A casa della fidanzata di Rossi, un’estetista riminese di 33 anni, che vive a Santarcangelo, i carabinieri hanno trovato una tenda a ossigeno, una sorta di camera ipobarica artigianale che serve per ossigenare il sangue, ma che è stata sequestrata dai carabinieri del Nas perchè in Italia è vietata dalla legge contro il doping, la 276 del 2000.

"Ho trovato Enrico molto prostrato e demoralizzato - afferma l’avvocato Fiorenzo Alessi che difende tutta la famiglia Rossi e che ieri è stato in carcere -. E i suoi genitori sono sconvolti". Nei prossimi giorni davanti ai giudici di Perugia si svolgerà l’interrogatorio di garanzia. Nel frattempo si è appreso che a casa di Enrico i Nas hanno sequestrato 2 confezioni di caffeina, e una di Aminomal oltre a una confezione di Clenil. Sono stati trovati anche due antiasmatici, Ventolin e Seretide, ma non gli sono stati sequestrati perchè Rossi ha dimostrato che è affetto da asma bronchiale.

Ciò che avrebbe incastrato Rossi sarebbero le dichiarazioni fatte il 22 giugno scorso da Giorgio Galli quando i Nas andarono a casa sua a Torriana e sequestrarono una montagna di sostanze dopanti. Galli disse che da circa 6 mesi aveva medicinali e sostanze che gli aveva consegnato Enrico. "Non tutto era di Rossi, — ha detto più o meno Galli — ma certo buona parte me le ha consegnate perchè gliele conservassi a casa mia. Ogni due, tre mesi poi Rossi viene e mi chiede di portare via un po’ delle specialità medicinali o sostanze che gli conservo".

E’ stato un medico del Perugino, il preparatore atletico di Riccardo Riccò, ciclista professionista convivente di Vania Rossi, a innescare l’inchiesta dei carabinieri del Nas che ha portato agli arresti di ieri. "Nel settembre scorso iniziai a ricevere sms molto espliciti nei quali mi si chiedevano sostanze dopanti e come assumerle (l’aranesp, l’eprex, la somatropina e il GF1, ndr) - racconta il dottor Giovanni Camorani - si firmavano Ricky R., o Riccò o ‘Cobra’ (il soprannome di Riccò). Lo chiamai e lui si fece una risata anche perché all’epoca non correva. Pensavo ad uno scherzo ma poi divennero insistenti e così segnalai tutto ai carabinieri di Tuoro".