Figlio e nipote d’arte, impossibile sfuggire al richiamo dei canestri

Per Niccolò Moffa era davvero difficile, se non impossibile, sfuggire al richiamo del basket. Non fosse altro perché suo padre Corrado, lungo classe ‘68, era stato un giocatore professionista: e se non fosse bastato il genitore, c’era pure l’esempio dello zio, quel Franco Ferroni che prima di pagare dazio alla sfortuna, aveva messo in mostra il suo talento in questa disciplina. Insomma, il giovane Niccolò è un figlio e nipote d’arte. E i parenti hanno indossato entrambi la casacca del Basket Rimini. Il babbo Corrado si fermò in riviera solo una stagione: era l’annata 8788, quella della ricostruzione dopo la rovinosa retrocessione dall’A1 all’A2 con l’Hamby (4-26 il tragico record). Non fu un’annata semplice neppure quella, con la salvezza in extremis sulla rocambolesca conclusione di Ferro contro Rieti. Moffa senior era appena 19enne e lo spazio per lui non era tanto. Ferroni conquistò invece 5 scudetti giovanili e fu protagonista nelle promozioni dalla B all’A2 (9091) e dall’A2 all’A1 (9192).