Il derby della Romagna, una storia infinita

Dalla clamorosa rimonta di Rimini 40 anni fa al trionfo di Forlì nella finale playoff: ora la Rinascita è chiamata a scrivere un nuovo capitolo

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di Alberto Crescentini

Lasciando perdere le remote sfide in serie B, quando la Sala Mostre era ancora il tempio della pallacanestro riminese, gli incroci tra le ‘cugine’ ormai votate al professionismo cominciano nella stagione 7879 e terminano nel 20102011. Curiosamente, Rimini e Forlì si sono affrontate soltanto in A2, con neppure una partita in A1. E sui palcoscenici della seconda lega nazionale, il conto degli scontri diretti vede gli adriatici in vantaggio 12-7. Ma è necessario fare un distinguo. Sedici di quelle 19 gare sono di regular season, con Rimini che può esibire un tonico 12-4. Forlì però si è rifatta – e alla grande – nell’unico playoff che si è celebrato, quello della stagione 9495, con l’allora Olitalia dei vari Niccolai, Moltedo, Williams che rifilò un bruciante 3-0 a Myers & co. nella finale che valeva l’ascesa nella massima serie.

Un precedente che brucia ancora tra gli aficionados riminesi di vecchia data. Ma ci sono naturalmente anche ricordi piacevoli, per i tifosi del Basket Rimini. A cominciare da quell’incredibile incontro che si consumò al Flaminio il 26 settembre 1982, giusto quarant’anni fa, alla prima di campionato. Allora come ora il campionato propose ai biancorossi il debutto interno con i ‘vicini di casa’, match che è impresso nella memoria. Un derby che i forlivesi incanalano subito nella direzione voluta, +9 per gli ospiti al riposo, con i riminesi, a quei tempi ‘targati’ Sacramora, in evidente difficoltà. Anche la ripresa non sembra raccontare nulla di diverso, con la Recoaro Forlì che conserva vantaggio e inerzia. Il match entra in dirittura d’arrivo e Rimini, che ha in panchina Paolo Rossi, appare spacciata, tanto da ritrovarsi sul -7 con appena 58’’ sul cronometro. Un gap pesante, anche perché in quella remota stagione il tiro da tre punti non era stato ancora introdotto, un margine che spinge i tifosi forlivesi – davvero numerosi al Flaminio – a intonare i rituali cori di ringraziamento ai propri beniamini. Ma il basket è affascinante (anche) per la sua imprevedibilità.

E la Sacramora, in quel minuto scarso, riesce nell’impresa di ribaltare il match come un guanto, sfruttando l’uscita per falli di Cordella, il play avversario. Il pressing manda in tilt la Recoaro, che subisce un clamoroso break di 8-0 e cade proprio lo striscione, mentre sulle tribune gli umori cambiano radicalmente. Rimini ha 26 punti (con 1322), 11 rimbalzi e 4 stoppate da un super Gig Sims, mentre l’altro americano Collins ne infila 14 e artiglia ben 16 ‘carambole’. In doppia cifra pure Cecchini (10). Nella Recoaro 16 di Shelton, 14 Cordella, 12 Sonaglia, 11 Griffin e 10 dell’ex Francescatto. Emozioni forti anche nel primo, doppio faccia a faccia in A2, anno di grazia 7879. Qui, nell’elettrizzante duello in alta quota tra due pantere, il ‘riminese’ Otis Howard e Rod Griffin, il fattore campo è un optional, con la Jolly che sbanca il Flaminio (74-81) e la Sarila che si rifa a Villa Romiti (85-86).