"Il mio cuore diviso tra Rimini e Forlì Sarà un derby aperto e da gustare"

Piero Pasini ha fatto la storia del basket in Riviera e allenato i cugini per quasi tre stagioni "Andrò al Flaminio con mio nipote. Attenzione a Cinciarini, giocatore di grande intelligenza"

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Una vita tra i canestri. E il rimpianto, nonostante il traguardo delle 80 ‘primavere’ tagliato lo scorso 31 maggio, di non poter fare più niente in palestra. Piero Pasini da Forlimpopoli, il ‘Topone’ per molti nell’ambiente, tiene comunque sempre le antenne dritte, è informato su quanto accade nel suo amato basket. Da buon forlivese, per motivi logistici va a vedere le esibizioni dell’Unieuro all’ex Palafiera, ma butta volentieri un occhio anche su quello che combinano i ‘cugini’. E adesso che il derbissimo di Romagna si avvicina, per di più sul palcoscenico di A2, il ‘Paso’ ha un’anima divisa in due.

"Rimini e Forlì le ho entrambe nel mio cuore – ammette Piero, che allenò in riva all’Adriatico per cinque, splendide stagioni, annate caratterizzate da tre promozioni e due salvezze in A1, con tanto di playoff a contorno, mentre a Forlì ha lavorato, come dice lui stesso, due stagioni e tre quarti –. Pertanto sono assolutamente neutrale e sono altresì curioso di vedere chi riuscirà a esprimere la pallacanestro migliore", aggiunge Pasini, che per domenica ha in mente di far capolino al Flaminio. "Credo proprio di sì, sono intenzionato a venire, portandomi dietro mio nipote Leone, che ha 14 anni: il suo tifo, chiaramente, è orientato", ridacchia il tecnico che in carriera ha vissuto un solo derby e neppure di campionato.

"Già, era la stagione 8687 e io ero appena arrivato a Forlì dopo un triennio passato proprio a Rimini. Ci incontrammo in Coppa Italia e sulla panchina riminese in quell’occasione c’era peraltro Dalmonte, poiché Lombardi era volato negli Stati Uniti per prendere Polynice (il centro haitiano che disputò poi quell’annata nell’Hamby Rimini, ndr). La partita? Vincemmo noi", aggiunge Pasini, che torna poi alla stretta attualità.

"Ho visto l’Unieuro sia in Supercoppa, che domenica con Mantova, dove mi ha impressionato per la voglia di battersi, per camuffare al meglio l’assenza di un giocatore importante come la guardia americana Sanford (che non ci sarà neppure nel derby, con la società che si è comunque cautelata con il ‘gettone’ Nik Raivio, ndr). Anche così, senza la sua prima punta, Forlì resta comunque competitiva", sostiene Piero, che riconosce come l’Rbr "forte pure del suo gruppo di italiani che hanno vinto la B, abbia le carte in regola per giocarsela alla pari. Nell’Unieuro c’è però un giocatore che è di un’altra dimensione: Daniele Cinciarini, uno intelligente, che capisce perfettamente il gioco. Non pensiate che siano in tanti, oggi giorno, a capire bene cosa bisogna fare in campo".

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