Jazz, che sinfonia: "Il Flaminio è la mia casa"

L’americano della Rinascita ammette: "Adoro l’atmosfera che si respira al palazzetto". Poi fissa l’obiettivo: "Vogliamo i playoff"

Jazz, che sinfonia: "Il Flaminio è la mia casa"

Jazz, che sinfonia: "Il Flaminio è la mia casa"

È l’idolo di tanti, nel vecchio palas. E non solo perché segna più di tutti, tra quelli in canotta biancorossa. Jazz Johnson ha un impatto emotivo importante all’interno di Rbr, al di là dei 20.1 punti che mette abitualmente a referto col 45% da tre e l’85% ai liberi. In avvio di stagione, come tutti, ha avuto bisogno un attimo di adeguarsi, di capire dove fosse capitato e cosa il coach e i compagni si aspettavano da lui. Registrate alcune cose, il piccolo americano – il metro e 78 ufficiale è forse un po’ generoso – ha preso a viaggiare con una continuità di rendimento ad alto livello. E la Rinascita, dopo il preoccupante 1-6 maturato nel primo mese e mezzo, si specchia ora in un record di 11-11 che la avvicina enormemente alla Poule Promozione. "Questa crescita è la testimonianza del buon lavoro fatto – riflette la 26enne guardia –. Non mi aspettavo di ritrovarci col 50% di vittorie, però adesso siamo qui e vogliamo assolutamente i playoff", ha le idee chiare Jazz, che è stato a lungo il cannoniere principe del girone Rosso di A2 prima dell’arrivo del connazionale Russ Smith a Nardò. Un giocatore che domenica s’affaccerà al Flaminio, per una sfida oltre modo intrigante. "Non lo conosco personalmente, però l’avevo già visto giocare quando era all’università di Louisville – rivela il numero 22 di casacca di RivieraBanca –. Domenica mi aspetto una battaglia e gli stimoli chiaramente non mancheranno, a prescindere dai duelli individuali", precisa Johnson, che in palestra è un perfezionista. "Non sono mai soddisfatto, sono convinto che si possa sempre fare meglio. Però sono contento che le mie prestazioni possano aiutare l’Rbr a disputare un buon campionato", pensa in primis al bene della squadra Jazz, che in 21 partite su 22 è andato in doppia cifra, unica eccezione i 6 punti a Forlì, mentre il top sono i 31 di Udine. E sulle tavole del Flaminio, come accennato, è il beniamino di bambini e adulti. "Il palazzetto è tutto, è la mia ‘casa’. E non parlo solo di basket. In quell’impianto si respira una bellissima aria di festa, la gente è coinvolta. Francamente non mi aspettavo di trovare tutto questo calore – ammette –, ogni città è diversa e io sono veramente grato ai tifosi per l’affetto che ci dimostrano", aggiunge Jazz, che è solito fermarsi a fine gara con i più piccoli per dei simpatici ‘uno contro uno’ con loro.

"Anche quando sono lontano dalla palestra avverto questo interesse, gli appassionati mi riconoscono per strada, mi salutano, vogliono farsi un selfie insieme a me, vicini magari alla mia auto (Johnson e Ogbeide hanno le macchine personalizzate, #22 Jazz e #34 Derek, ben riconoscibili, ndr). È una bella sensazione", aggiunge la guardia, che riesce a tenere a bada la nostalgia. "Sono andato a casa (Portland, ndr) qualche giorno a Natale, per il resto alla sera sento i miei familiari su Skype. È tutto okay", assicura Jazz, che ora ha in testa solo Nardò. "Loro meritano più di quello che dice la classifica, dovremo farci trovare pronti. Ma siamo solidi, ho fiducia".

alb. cresc.