Colombi 6. Una parata pronti via su Bentivegna poi, in pratica, non è più costretto a dire ’io ci sono’. E non può farlo nemmeno quando davanti, a due centimetri, si trova Ferraris.
Longobardi 6. Ha dalla sua parte il cliente più difficile. Qualche volta barcolla, ma non resta in ginocchio sbarrando spesso e volentieri la strada a Cangiano. Che, però, può comodamente crossare, sul finale, per la testa di Ferraris.
Gorelli 5,5. Per vie centrali gli abruzzesi non sfondano quasi mai e questo fa dormire sonni tranquilli. Per gran parte del match perché poi quando c’è da controllare Ferraris, a un passo dal traguardo, sono dolori.
Lepri 6. È più mobile del compagno di reparto spendendo anche tanto dal punto fisico. Ed è proprio il fisico a tradirlo nella ripresa. Alza bandiera bianca dopo un quarto d’ora (16’ st Bellodi 5,5. Una mezz’ora in campo nel momento più complicato).
Semeraro 6,5. Per 45 minuti è in spinta continua. Meno reattivo nella ripresa, ma la chiusura su Meazzi, prima di lasciare il campo, è stoico.
Megelaitis 6. È tenace, non molla un avversario ed è anche più propositivo del solito, soprattutto in fase di costruzione.
Langella 5,5. Dopo un primo tempo a servire palloni millimetrici, perde un po’ il filo. Perché quando c’è da correre più verso la propria porta che verso quella avversaria sono dolori.
Garetto 5,5. A un primo tempo generoso e nel vivo dell’azione, segue una ripresa senza grande spirito di iniziativa.
Malagrida 6. Per lui vale quello già detto per altri, anzi forse ancora di più. Fa malissimo al Pescara per poi sparire.
Cernigoi 6. Utilissimo, ma non determinante. C’è da dirlo (16’ st Parigi 5. Non batte un colpo nella sua mezz’ora in campo).
Cioffi 5. Anche quando ha campo da percorrere tira spesso il freno a mano.
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