Bastianini escluso dalle Fiamme Oro per un tatuaggio

La rabbia del pilota di Moto 3: "Avevo vinto il concorso per il corpo sportivo della polizia, cacciato dal Tar. Ora vogliono togliermi la divisa"

Il pilota Bastianini dal tatuatore

Il pilota Bastianini dal tatuatore

Rimini, 7 ottobre 2016 - In pista non lo ferma nessuno. A far frenare Enea Bastianini questa volta ci hanno pensato i giudici del Tar che hanno revocato al pilota la vittoria del concorso per entrare nel corpo sportivo della Polizia di Stato a causa di un tatuaggio sul braccio destro (foto).

Un tatuaggio, un concorso vinto e il ricorso presentato da tre suoi colleghi piloti: Federico Caricasulo, Marco Faccani e Alessandro Tonucci. Uno dei tre, quello di Caricasulo, accolto dal Tar del Lazio. È più arrabbiato o deluso?

«Io quel concorso l’ho vinto con merito e tuttora faccio parte della Polizia di Stato. Per il resto preferisco non dire nulla. Come andrà a finire questa faccenda non lo so, non lo posso di certo dire io. Il mio mestiere è quello di fare il pilota (corre in Moto3, ndr). E’ chiaro che ci sono rimasto male perché da un amico e collega in pista non me lo sarei aspettato, ma ognuno va dritto per la sua strada e forse è anche giusto così».

Enea in Polizia, da dove è venuta l’idea?

«Lo scorso anno mi sono informato e ho visto che c’era questa opportunità. Mi sono detto, perché no, questa per me può essere una bella opportunità. Così ho deciso di provarci e le cose sono andate bene».

Partecipato e vinto, giusto?

«Proprio così. Mi è sempre piaciuta l’idea di entrare in Polizia e se non avessi fatto il pilota sarei voluto entrare nel gruppo Cinofili. Sono un vero appassionato e quella sarebbe potuta essere la mia strada. Ho partecipato e vinto per meriti sportivi e ne sono davvero felice. Nei mesi successivi ho passato qualche mese a Nettuno e poi sono entrato effettivamente nel corpo sportivo facendo tutte le attività».

Poi quel tatuaggio sull’avambraccio destro a complicare la situazione. Cosa rappresenta?

«Un alieno e una nave spaziale e naturalmente c’è il mio numero 33 con il quale corro in pista. E’ un simbolo che mi rappresenta e al quale tengo molto. Ma non è che non si possa coprire e lo si può fare anche senza ricorrere alla chirurgia plastica. I tattoo si possono ‘nascondere’ temporaneamente e in tanti modi».

Una vera e propria passione la tua per i tatuaggi?

«Mi piacciono, ma non sono un fissato, uno di quelli che se ne farebbe mille. L’ho fatto due anni e mezzo fa, mi rappresenta e racconta un po’ di me».