"Potevamo vincere, non siamo stati cattivi"

Il fantasista del Rimini, Gianmarco Gabbianelli, torna sull’uscita di scena in Coppa contro il Progresso senza fare drammi

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di Donatella Filippi

Travolgenti in campionato, ridimensionati in Coppa Italia. Ma il Rimini sa bene che il peso specifico delle due competizioni è ben diverso. Al debutto domenica scorsa i biancorossi si sono mangiati in un solo boccone il Prato per poi, tre giorni dopo, uscire di scena al primo turno in Coppa con il Progresso, dopo i calci di rigore e con una squadra che, al momento, non si avvicina a quella titolare. Attenuanti che, naturalmente, non possono non essere messe in conto. "Penso comunque che abbiamo fatto una buona partita – dice Gianmarco Gabbianelli che nella ripresa con il suo gol ha rimesso il conto in pari – Anche nel primo tempo, quando in campo avevamo sette under che hanno interpretato la gara nel modo giusto. Il Progresso ha fatto un gol sfruttando un pizzico di fortuna, e un nostro errore individuale che credo possa capitare a chiunque". Poi un secondo tempo più brillante, anche grazie a qualche avvicendamento in corsa. "Personalmente ho provato a dare qualcosa in più – dice il fantasista – da una parte ci sono riuscito perché ho fatto gol, ma non è bastato. Le occasioni per vincere le abbiamo avute, ma non siamo stati abbastanza cattivi al momento giusto". Poca fame davanti al portiere avversario e così ci hanno pensato i rigori a decidere che fosse il Progresso a proseguire il viaggio. "I rigori sono un terno al lotto. Ha sbagliato Alessandro (Pecci, ndr), ma sarebbe potuto capitare a chiunque". Una gara, al di là del risultato, che ha riconsegnato a Gabbianelli il ruolo di fantasista. "È una posizione che mi piace molto – non lo nasconde, come in realtà non lo ha mai fatto, il giocatore marchigiano – Mi permette di variare di più a destra e a sinistra, probabilmente al mister non piace questo mio modo di giocare perché vado in giro per il campo. E probabilmente devo migliorare e fare di più quello che mi chiede il mister. Secondo me quella è la parte del campo dove tocchi più palloni di tutti. In questi anni ho fatto più il trequarti che altri ruoli, ma ho giocato anche da mezzala e non mi sono trovato male. Bisogna andarsi a trovare lo spazio giusto nel momento giusto. Il ruolo è importante, però ci sono anche tempi e spazi".