di Donatella Filippi
Vorrebbe farlo, ma ancora non può spingere il piede sull’acceleratore il direttore sportivo del Rimini, Andrea Maniero, pensando alla prossima stagione. A tenere banco in Piazzale del Popolo in questo momento sono le questioni societarie. "Non posso ancora operare in questo momento – dice con franchezza il ds dei biancorossi – Sono in attesa di capire quali saranno gli scenari futuri. Non so se ci sarà un cambio o un ampliamento della società. Io sono un dipendente...". Con altri due anni di contratto in biancorosso. "A oggi mi è stato detto di continuare a lavorare ed è quello che sto facendo – spiega il ds – contattando allenatori e procuratori dei giocatori. Guardando la fase finale del campionato Primavera". Insomma, il Rimini sta vivendo una fase di stand by e con lui il proprio direttore sportivo. Ancora il tempo non stringe, ma... "Mi auguro che presto la situazione sia definita perché il calcio va veloce e prima si programma, prima si è lungimiranti e meglio è". E quando si parla di programmi a Maniero si apre un mondo.
"Spesso si pensa che tutto ruoti attorno a un budget. Non è così. Servono campi dove allenarsi, case in cui vivere, un centro sportivo. Rimini non ha un campo suo dove sentirsi a casa ed è forse l’unica società a non avere, in effetti, una propria casa. Per sognare in grande tutto questo bisogna averlo. Ed è da questo che bisogna partire guardando tutti nella stessa direzione". Problemi dei quali a Rimini si parla da sempre e che, magari, con il progetto nuovo stadio del quale dopo decenni si è tornato a discutere, potrebbero trovare veramente una soluzione. Ma per sognare in grande occorre avere anche un allenatore... "Con Gaburro ci siamo parlati – racconta Maniero – e anche in questo caso attendo che la proprietà mi dica come procedere. Quello di continuare insieme lo vedo un percorso difficile. Ma credo che la pensi come me anche il mister". Si volta pagina, quindi. Per il futuro un tecnico esperto o emergente? "Sicuramente emergente. Ho almeno tre nomi da proporre alla società". Prima la panchina, poi la squadra. Una quindicina i giocatori ancora sotto contratto, ma è facile pensare che saranno pochi quelli che tra poco più di un mese si ripresenteranno in riviera. "Anche da questo punto di vista ci sono tante valutazioni da fare. Pensando anche a un progetto più ‘giovane’". Chi ha orecchie per intendere, intenda.