Santini in paradiso: "Rimini è speciale"

L’attaccante è il capocannoniere del campionato con 12 gol: "Devo molto a mister Gaburro, mi ha subito dato fiducia"

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di Donatella Filippi

Sarà l’aria di mare, sarà lo iodio respirato a pieni polmoni negli ultimi mesi. Sarà quello che sarà, ma i tifosi del Rimini, Claudio Santini, se lo tengono stretto. E già lo adorano. Come dargli torto. Quattordici volte in campo, 12 volte a bersaglio, 3 solo martedì sera contro l’Imolese. Una novità, decisamente piacevole, anche per lui. Lui che chissà quante volte in carriera si è sentito dire: "È bravo, ma non segna".

Santini, è così?

"In tante annate in effetti mi è capitato. Ma se non ho segnato tanto forse non è dipeso solo da me. Fatemelo togliere qualche sassolino dalle scarpe...".

Prego, faccia pure.

"Qualche demerito lo avrò avuto, ma il fatto di segnare tanti gol dipende da molti fattori. Dai compagni, dagli allenatori, dall’ambiente in cui ti trovi".

A Rimini cosa c’è di così speciale?

"Qui le sensazioni sono state positive sin dal primo contatto che ho avuto con il ds Maniero. Da quella telefonata estiva ho capito che sarebbe stato il posto giusto per me".

Anche se il primo impatto a Rimini, magari proprio come altrove, non è stato un granché, giusto?

"Ricordo che al mio arrivo leggevo un po’ i soliti commenti. Qualcuno diceva che non servivo tanto io, quanto un attaccante capace di fare gol. Spero che quel qualcuno si sia ricreduto".

Chi non ha mai avuto dubbi, invece, è stato Marco Gaburro. Che rapporto ha con il suo allenatore?

"Non posso che avere un bel rapporto con una persona intelligente e preparata. Mi ha dato grande fiducia, sin dal primo giorno. Anche senza avere la prova del campo. Gran parte di quello che sto facendo lo devo a lui".

E forse anche a se stesso, non crede?

"Ce la metto tutta. Cerco di aiutare la squadra in ogni fase di gioco. Se c’è da fare una corsa in più non è un problema. Metto sempre la squadra davanti a tutto. Vinciamo e perdiamo tutti insieme e tutti insieme dobbiamo crescere perché sono convinto davvero che possiamo toglierci delle belle soddisfazioni".

Lei a soddisfazioni sta andando decisamente forte. Parliamo di gol. Tra i 12 di campionato quale ricorda con più affetto?

"Il primo è sempre il più bello, quello che apre le danze. Quello che ti fa immaginare che possa essere una stagione speciale. Quindi, dico quello che ho segnato in casa dell’Entella".

Prima era considerato solo un attaccante tenace, fastidioso per qualsiasi difensore avversario. Ora è tenace, fastidioso e tremendamente bomber. Come ci si sente?

"Direi bene. In campo mi trasformo e divento davvero fastidioso. Arrivo forte su ogni pallone, voglio sempre vincere. Sono molto competitivo. Pensi, la mia fidanzata non vuole più giocare a carte con me...".

Talmente tanto competitivo da attirarsi addosso anche qualche cartellino di troppo?

"Sto cercando di migliorare, ma alcune volte è più forte di me. Protesto quando penso di avere ragione, spesso eccedo e non lo devo fare. Ma sto cercando di migliorare. Con l’Imolese ho già messo in pratica qualche consiglio. Quello che ho subito nel secondo tempo in area era un fallo da rigore. Non ho detto una parola".

L’aria di mare, quindi, aumenta il suo fiuto del gol ed è anche utile per calmare i nervi?

"È la prima volta che gioco a calcio in una città di mare e devo dire che è bellissimo. Ho qualche problema, scendo le scale e vado a fare una passeggiata sulla spiaggia. Mi rilassa da morire".

E con i riminesi come va?

"Può sembrare banale dirlo, ma non in tutti i posti quando entri al bar trovi persone che ti sorridono e ti accolgono come si fa qui. I riminesi sono speciali".