Vasco Rossi, l’amico in Riviera: "Vi racconto i miei anni vissuti con il Komandante"

Roberto Vecchi è stato a lungo uno dei suoi più stretti collaboratori: "Quando viene a Rimini è sempre una festa . Stare con lui era un divertimento, quanti momenti indimenticabili"

Roberto Vecchi e Vasco Rossi e lo scatto che testimonia la loro amicizia

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Rimini, 2 aprile 2023 – Liberi liberi eravamo noi… "Come quella volta che siamo partiti da Bologna pensando di arrivare in auto in Egitto, ma poi ci siamo fermati a Brindisi e abbiamo dormito in un garage". Di episodi vissuti con Vasco, Roberto Vecchi potrebbe raccontarne a centinaia. Produttore e autore televisivo, ex musicista, per anni Vecchi è stato una delle persone più vicine al Komandante e ha lavorato con lui. Ora che si avvicina il ritorno a Rimini di Vasco, che qui farà le prove generali e (il 2 giugno) la data zero del suo tour allo stadio ‘Romeo Neri’, gli abbiamo chiesto di parlare del rocker di Zocca.

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"Ok lo faccio, ma con una premessa doverosa".

Prego.

"Chi è amico di Rossi esita a fare dichiarazioni su di lui perché sa che Vasco tiene molto alla sua privacy. Ma visto che qui a Rimini credo di essere uno dei pochi a conoscerlo bene e ad essergli amico, sono certo che lui non mi tirerà le orecchie per questa piccola trasgressione".

Partiamo dall’inizio: quando ha conosciuto Vasco?

"Nel lontano 1978, Io avevo 19 anni e lui 26. Faceva un concerto alla discoteca Kontiki. All’epoca scrivevo canzoni, così dopo il concerto andai in camerino per chiedergli qualche consiglio. Da lì cominciò la nostra amicizia".

Come ha iniziato a lavorare per lui?

"Guido Elmi, compianto amico e produttore di Vasco, mi chiese di occuparmi del tour della Steve Rogers band. Al termine della tournée Vasco mi propose di diventare una sorta di personal manager. Ho accettato. In pratica ero quasi sempre con lui. Ma per me non si trattava di lavoro: era puro divertimento".

Siete rimasti insieme a lungo…

"Ho lavorato per Vasco, a fasi alterne, dal 1986 fino al 2000. Anni intensi e divertenti. Per alcune estati abbiamo preso in affitto una grande villa vicina al Byblos. Vasco, tra una serata e l’altra, lavorava, scriveva, registrava canzoni nello studio di Cerasolo gestito da Mario Flores. È in quello studio che sono nati brani come Liberi liberi".

Anni in cui Vasco era già una star e si divertì parecchio in Riviera…

"Ci sarebbe da raccontare tanto. Erano anni in cui c’era il mondo in Riviera. Per dire: Fiorello arrivava tutte le notti con una Vespa 50 rossa, si metteva a imitare Vasco davanti a lui. Si rideva da morire".

Un altro aneddoto?

"Una sera andai a prendere Vasco a Linate (lui era di ritorno da

Londra) per riportarlo a casa a Bologna. Arrivammo a casa intorno a mezzanotte e dopo avere mangiato un risotto preparato in busta, decidemmo di andare in discoteca a Riccione. A fine serata anziché tornare a Bologna, prendemmo l’autostrada dirigendoci a sud. Volevamo andare in Egitto prendendo un traghetto. Ma dopo tante ore di viaggio, la neve e mille peripezie, ci fermammo verso il pomeriggio in un paesino in provincia di Brindisi dove una famiglia ci accolse e offrendoci ospitalità nel garage di casa".

Come andò a finire?

"Ci eravamo raccomandati di non dire nulla a nessuno, invece ci ritrovammo l’intero paese ad aspettarci e rimanemmo lì due giorni. A Bologna, intanto, erano tutti preoccupati: ‘dov’è finito Vasco?’".

Che vita era al fianco di Vasco?

"Era come stare vicino a un guru. I fan ovunque, le ragazze, gli

altri personaggi famosi. Ricordo la prima volta che incontrammo Maradona, fu molto elegante con Vasco. Ma il suo mondo è anche fatto di momenti che nessuno conosce e che lo nobilitano. Ricordo come ieri quando, dopo una notte passata qui in Riviera, siamo partiti per fare una visita riservata a un ragazzino malato all’ospedale Gaslini di Genova".

Come mai finì il rapporto di collaborazione con Vasco?

"Forse ero poco adatto per stare al suo fianco, ero piuttosto indisciplinato. Per questo, in modo consensuale, le nostre strade si divisero. Ma siamo rimasti amici, con lui e con il suo manager Floriano Fini e quando viene a Rimini ci vediamo".

Dopo l’esperienza con il Komandante lei è rimasto nel mondo dello spettacolo?

"Sì e grazie a Vasco, anche se in modo indiretto. Cominciai a produrre i Vernice insieme a Claudio Cecchetto e alla Sony: dopo

due anni eravano in testa alle classifiche. Poi ho iniziato a lavorare per la televisione, grazie a Giuliano Borsari che avevo conosciuto insieme a Vasco, e che era il braccio destro dell’indimenticabile Bibi Ballandi. Da allora ho realizzato e firmato oltre 700 puntate di programmi tv per Rai e per Mediaset e tutt’ora continuo a fare l’autore e il regista tv, e a volte anche il produttore".

Tornando a Rossi, perché secondo lei è così affezionato alla Riviera?

"Lui è veramente innamorato di questa terra. Per lui è stato il luogo di memorabili scorribande, di vacanze interminabili, di notti che sembravano non finire mai… Una terra che l’ha sempre divertito e ispirato. Credo che Vasco abbia portato e stia portando grande fortuna alla Riviera e io ne sono felice!".