{{IMG_SX}}Rovigo, 16 aprile 2008 - Ha 42 anni, è sposata da 12, lavora come operaia in una fabbrica tessile di Lendinara e ammette in tutta sincerità la sua inesperienza politica. "Ho bruciato tutte le tappe — racconta senza arroganza —. Non ho mai fatto nè il sindaco nè il consigliere comunale. E ora mi ritrovo a Roma". Si potrebbe eleggere proprio lei come simbolo del cambio ai vertici della politica, tanto acclamato da Pd e Pdl. Una persona concreta, Emanuela Munerato, vicina alla gente e lontana dai ‘palazzi’.

 

Peccato che il suo arrivo non fosse stato previsto da nessuno: la sua elezione a onorevole, confermata ieri, ha sconvolto tutto lo scenario politico rodigino. Lei per prima. "Non ci pensavo nemmeno — dichiara —. Il mio nome è stato aggiunto perchè servivano i nomi di un po’ di donne. Ma ero decima, insomma, era praticamente impossibile. E invece... Questa notte ho dormito tre ore". Ma la sua poca esperienza istituzionale non deve trarre in inganno. E’ una vera attivista del suo partito: "E’ da oltre 10 anni che milito nella Lega".

 

Nonostante le poche risorse ha cercato di organizzare al meglio la sua campagna elettorale: "Ho fatto volantinaggio per Lendinara in bicicletta — ammette timida ed emozionata —. Nella mia fabbrica, portavo sempre articoli di giornale con cui spiegavo alle mie colleghe cos’era la Lega Nord e cosa facevano i sindaci del Carroccio, nelle città qui vicine, per i propri cittadini: Gentilini, Tosi, Bitonci. Commentavo le loro ordinanze, la loro politica così vicina alle persone, concreta".

 

Ed è a loro che Munerato si ispirerà. "I miei valori sono quelli della Lega Nord — spiega, tirando fuori la sua grinta —. E le prime cose per cui combatterò sono la sicurezza nelle città e il federalismo fiscale". Ma ammette anche di voler ridare l’Italia agli italiani: "Ad esempio, per l’assegnazione delle case popolari, deve essere data priorità ai cittadini italiani". Un pensiero lo rivolge anche a chi, come faceva lei, fatica ad arrivare a fine mese: «La gente ormai guadagna troppo poco. Lotterò per loro, per aumentare i salari di tutti. E voglio tutelare il lavoro delle donne.

 

Sono operaia ne so qualcosa: con i turni che devo sopportare non ho mai una sera libera. Il poco tempo che avevo lo dedicavo alla Lega». Per lei, gli operai non sono più tutti schierati a sinistra: "Servono proposte concrete. Ormai la gente vota a destra o a sinistra solo ‘per tradizione’. In questo la Lega è diversa: fa proposte, è vicina alla gente". Poi, ritorna ad essere timida, entusiasta ma anche spaventata per la sorpresa che le ha riservato il destino. "Non ho ancora programmato niente, Purtroppo sono inesperta, ma sono sicura che imparerò. Intanto metto a disposizione di tutti la mia volontà e le mia onestà. Mi hanno già chiamato numerosi colleghi: Tosi (sindaco di Verona, ndr), Bellotti, Isi Coppola. Mi ha fatto molto piacere".

 

Ma se non ha ancora le idee chiare su cosa farà una volta a Roma, di sicuro l’exploit della Lega in Veneto le ha cambiato la vita. "Ovviamente abbandono il mio lavoro — racconta —. Era dura: ero in fabbrica quasi sempre di sera. E con me lo erano circa una sessantina di donne. Mi impegnerò per loro".