{{IMG_SX}}Rovigo, 6 ottobre 2008 - Continuano le iniziative dell’Osservatorio regionale sul Bullismo anche nell’anno scolastico appena avviato. Tra i progetti, segnaliamo quello dello ‘Sportello telefonico’, partito in primavera 2007 e che prima dell’estate 2008 ha tratto un primo bilancio di attività, con il 3% delle telefonate o delle segnalazioni raccolte provenienti dalla nostra provincia. Telefonate, per buona parte, di genitori di alunni della scuola primaria: dalle elementari in Veneto è partito il 28% delle segnalazioni, il 62% dalle medie, il 10% dalle superiori .

 


Non è una realtà, quella polesana, fortunatamente, colpita in modo pesante dal fenomeno, ma da tempo le istituzioni scolastiche, tutte raccolte in rete, si sono poste in prima linea per prevenire e cogliere i segnali di disagio. I dati statistici disponibili ci dicono, infatti, che il fenomeno-bullismo nella provincia di Rovigo sembra assumere dimensioni più contenute sia rispetto al contesto regionale, che, ancora di più, a quello nazionale.
I genitori intervistati dal Censis un anno fa hanno ‘denunciato’, nel 50% dei casi, episodi di bullismo a carico dei loro figli; tuttavia ‘solo’ per il 24-25% delle segnalazioni si è trattato di episodi reiterati. Oltre metà delle segnalazioni di bullismo sono collegate ad ambienti di scuola o al trasporto. Si tratta di offese ripetute, scherzi pesanti o ‘umiliazioni’, tattiche di isolamento, furtarelli, mentre è in crescita il ‘cyberbullismo’ ossia il bullismo connotato all’uso del cellulare o di internet: la cronaca, in Polesine, ne sa qualcosa, ma certo singoli fatti di cronaca non possono determinare giudizi generalizzati.

 


Confrontando la percezione delle famiglie registrata dal Censis con l’indagine, di un paio d’anni fa, condotta da Gianluca Gini nelle scuole del medio-Polesine, si può ricavare un quadro più completo: il 25% degli alunni del medio-alto polesine ha avuto la percezione di aver subito prepotenze; il 16% alle medie, il 10% in prima superiore. Prepotenze di tipo verbale, a volte anche fisiche o di esclusione sociale. Prepotenze che uno studente su tre delle elementari sostiene di aver visto effettuare su altri.
Lo sportello telefonico dell’osservatorio-bullismo, in questo articolato contesto, può diventare un momento di confronto utile per decidere i primi interventi e ottenere indicazioni circa i canali nei quali muoversi.

 


Alcune province, come Padova o Vicenza, hanno attivato punti di ascolto locali sul tema del bullismo e del disagio. Rovigo, che pure ancora un punto del genere non ce l’ha, si caratterizza, comunque, per la quantità e la qualità dei progetti: ‘Bulli? No grazie’, o la sperimentazione di ‘Media a scuola tra Old e New Media’; o, ancora, i tanti interventi per favorire il ‘Ben.essere’ degli studenti a scuola. La formazione, rivolta a docenti e famiglie, sta ripartendo in questi giorni un po’ in tutto il territorio provinciale, mentre è lunga la lista dei concorsi di sensibilizzazione riservati agli studenti del ciclo primario e secondario.