Rovigo, 25 gennaio 2011 - La sveglia che suona, le corse in stazione, le lunghe attese. I ritardi, le soste, il rumore metallico delle locomotive in frenata. Scenario comune di tutte le stazioni dei treni, palcoscenico universale ed a volte un po’ malinconico per tutti i pendolari. Anche la stazione rodigina, seppur piccola rispetto alle fermate di Padova e Ferrara, non è la classica eccezione che conferma la regola.

 Anche in Polesine, infatti, gli umori dei pendolari, lavoratori o studenti che siano, non si discostano dalle generali sensazioni avvertite altrove. E così, tra soppressioni e ritardi a cui nessuno riesce a sottrarsi, vien da pensare che, questa volta, al mal comune, non ci sia nessun gaudio.

Damiano Ghirlanda, infatti, vive a Legnago e per studiare matematica a Padova, ferma sempre a Rovigo. «Ci sono molti disagi nei treni — le sue parole — a partire dai ritardi». Ma non solo. Silvio, ventiquattrenne di Legnago, ha da poco appreso una fastidiosa novità. «Hanno appena soppresso il mio treno diretto a Padova — svela sconsolato —.La vita del pendolare non è leggera, anche se basta regolarsi con gli orari». Stesso problema avvertito da Martina Sandonà, che da Padova raggiunge Rovigo per diventare, un giorno, educatrice professionale. «Gli orari vanno bene, quando non sospendono i treni…».

Per Alberto Trevisan, suo compagno di corso, «non ci sono grossi problemi, perché sono di Abano Terme, non abito distante». Pietro Brentaro è invece di Legnago e, al pari dei compagni di viaggio, ha appena appreso che il suo treno diretto all’università non passerà. «Adesso arriverò anche in ritardo a lezione». E mentre Suky Berami, sottolinea i «tanti ritardi», Anna Magon ed Alberto Tidon, compagni di corso quasi rassegnati, recitano in coro: «Non possiamo fare altrimenti, i treni sono spesso in ritardo». In attesa all’interno della stazione, Francesco Sartorello accanto all’amica Caterina Pavarin ripercorre la sua ultima settimana sui binari.

«Nell’ultima settimana — ricorda Francesco, di Monselice — hanno soppresso il mio treno tre volte». Quindi, nel pensare agli altri disagi incontrati durante i viaggi su rotaia, continua così. «Oltre ai ritardi, le carrozze sono sempre piene, ed i prezzi troppo alti». Da Firenze, anche Francesco Campi raggiunge il capoluogo polesano in treno. I problemi comuni conosciuti dai pendolari, lo spingono ad accettare la situazione con filosofia. «Chi fa il pendolare non deve avere fretta — sorride — e mette in conto tutti i disagi». Le sue parole assumono tuttavia un tono deciso quanto affronta due temi tutt’altro che piacevoli per chi spesso utilizza il treno. «Ai prezzi troppo cari — riconosce — spesso anche il personale impiegato agli sportelli è maleducato».