Roc, 17 agosto 2011 - L'onorevole Emanuela Munerato (Lega Nord)  interviene in merito alla possibile cancellazione della Provincia di Rovigo, paventata nell'ambito della manovra economica che prevede tagli agli enti locali, e annuncia che si batterà per evitare questa eventualità.

"I dati dei censimenti del Novecento - dice la Munerato - attestano chiaramente che in provincia di Rovigo eravamo abbondantemente più di 300 mila. Nel 1951 eravamo 358 mila. Poi c'è stata l'alluvione e quindi la fuga dalla terra verso altre regioni d'Italia e verso l'estero. I Polesani di allora se ne sono andati perché alla disgrazia che ci è capitata non sono seguiti investimenti sufficienti a creare lavoro e benessere nella nostra Provincia. Ecco che 10 anni dopo eravamo 277 mila. E poi siamo diminuiti ancora. Siamo meno di 300 mila proprio per colpa dell'alluvione, una calamità naturale. Oltre all'umiliazione di sapere che i nostri antenati sfiduciati nelle istituzioni se ne sono andati, adesso ci dobbiamo vedere anche cancellati proprio perché siamo meno di quanti eravamo prima del disastro del '51? Questo è inaccettabile. Io non sono certo in Parlamento perché conosco bene la storia, anzi, sono una persona semplice che ha sempre e solo militato nella Lega Nord perché ha sempre creduto, e crede ancora, che questo partito sia il difensore dei diritti dei più deboli ma soprattutto dei territori, della loro tradizione, del loro orgoglio. Noi polesani di orgoglio ne dobbiamo avere di più proprio oggi che siamo minacciati di scomparire. Io non lo permetterò e farò di tutto per impedirlo ma in Parlamento conto uno. Dobbiamo unirci tutti al di là delle bandiere politiche. Cancellare una provincia storica come la nostra che rappresenta una realtà geografica così unica, tra l'Adige e il Po e col Delta più importate d'Europa, è un insulto ad un popolo: il popolo polesano. O tutti o nessuno. Se cancellano il Polesine se ne devono andare tutte le Provincie d'Italia. Ma io penso che siano ben altri gli sprechi. Come possiamo accettare che venga eliminato il Polesine quando la Sicilia è ancora a statuto speciale. Tiene tutte le imposte che paga non versa un centesimo a Roma. I comuni siciliani hanno un numero di dipendenti sproporzionato, esagerato perché al Sud si sono sempre usati i comuni e gli altri enti per dare stipendi alla clientela politica. Basta pensare a quanti forestali ci sono in Calabria e confrontarli con il Veneto e la Lombardia. Non è più accettabile vedere che la Manovra tocca i comuni del Nord quando non fa nulla per colpire le Ulss del Lazio, della Campania e della Calabria che hanno miliardi di euro di buco. In Calabria ci sono ospedali con 30 posti letto e 120 medici, mancano i bilanci. A loro la Manovra non costa niente, e noi perdiamo la nostra identità. No, non lo posso accettare e non lo accetterò. È un torto al Polesine pensare di cancellare la nostra storia per un risparmio esiguo. La maggior parte delle spese dell'Ente rimarrebbero in corpo ad altri enti pubblici. Il costo maggiore sono i dipendenti che giustamente non perderebbero il loro lavoro. Gli sprechi sono ben altri. Non è giusto che per questo a pagare sia l'identità di una provincia di lavoratori come la nostra. Io farò il possibile, nel rispetto della maggioranza, degli alleati del Pdl, ma soprattutto dei miei concittadini polesani".

"Fuori discussione - continua l'onorevole del Carroccio - poi è che qualcuno possa solo pensare che anche un solo comune se ne vada in Emilia Romagna come ha fatto il Sottosegretario Luca Bellotti, peraltro il Decreto prevede che si debba rimanere nell'ambito della regione di appartenenza. Ed è anche scandaloso sentire che c'è chi in Veneto sta già pensando a come smembrarci dicendo che comuni 'spettano' a Padova e quali a Verona. Mai vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato.  Non riesco a capire poi a cosa serva sbracciarsi per far dichiarare la nostra provincia in 'stato di crisi' come sta facendo l'assessore regionale Isi Coppola per avere finanziamenti e poi tacere se ci vogliono far diventare veronesi o padovani. È facile fare la voce grossa quando si è coperti dai 'capi' nazionali come Galan e Sacconi. Esca adesso a dire che il Polesine, lo stesso polesine dei manifesti della sua campagna elettorale '100% Passione Polesine', lo vogliono cancellare dalla carta geografica".

"Io faccio parte di questa maggioranza - conclude la Munerato - formata da Lega Nord e Pdl so bene però che questo capitolo delle provincie non lo ha voluto la Lega ma i nostri colleghi del Pdl. È un momento difficile per il Paese ed è importante che la manovra passi. Ma anche Berlusconi ha detto che il decreto è modificabile e io porterò le istanze del mio territorio a Roma per far uscire il Polesine dal gruppo di province da eliminare. Dobbiamo accelerare sull'unione dei comuni, risparmiare si può rimanendo noi stessi. Per chi lo vuole, politici e non, mi offro di essere io a portare le istanze di chi vuole salvare la nostra dignità. Con l'umiltà di sempre, non sono e non voglio fare la prima della classe ma il tempo che ho lo dedico, come posso, alla mia gente".