Rovigo, 17 ottobre 2011 - Ormai non fanno più notizia. Le espulsioni nella Lega sono all’ordine del giorno. Ma quella di Matteo Ferrari di Lendinara, fa più eco di altre. Il motivo è presto detto. L’ex componente della sezione di Lendinara (prima che questa appunto venisse commissariata) è il marito dell’onorevole leghista Emanuela Munerato.

Anche se all’interno del Carroccio apparentemente tutto sembra filare a gonfie vele, senza intoppi, esistono correnti che fanno capo a Bossi e Gobbo da una parte e Maroni e Tosi dall’altra. La deputata non ha mai nascosto le sue simpatie per questi ultimi. E forse anche per questo motivo che si spiega l’espulsione di Ferrari da parte del segretario provinciale Antonello Contiero, vicino a Gobbo. «Resterò sempre un leghista — commenta Ferrari — anche se per Contiero non è così». L’espulsione sarebbe stata motivata per aver recato danno al partito, divulgando ai giornali notizie interne alla Lega. «Mai parlato con la stampa. A conferma di questo, non rilascerò dichiarazioni nemmeno ora».

La questione riguarderebbe una querela che Ferrari avrebbe presentato nei confronti del consigliere regionale Cristiano Corazzari in merito al commissariamento della sezione leghista di Lendinara. «Comunque non mi perdo d’animo, farò ricorso contro l’espulsione», dice Ferrari che smentisce contrasti nella Lega: «Le faccio una confidenza. Non esiste alcuna corrente. Anzi, se mia moglie non fosse impegnata con me, si sposerebbe Contiero».