Rovigo, 8 novembre 2011 - Sono tornate le carovane di nomadi vicino al casello dell’autostrada a Villamarzana. Quelli che c’erano la settimana scorsa si erano spostati poi a Costa di Rovigo, ma domenica se ne sono andati di nuovo, non si sa verso dove. La gente del posto ha ricominciato preoccupata a chiamare il sindaco Valerio Galvan. Questa volta non sono più di cinque o sei roulotte. Per capire chi sono questi zingari che nelle loro peregrinazioni si fermano in Polesine siamo andati a conoscerli ieri mattina. Appena siamo scesi dalla macchina e ci siamo avvicinati si è fatta sotto una donna con un grembiule a fiorellini come quelli delle contadine di una volta. Pochi denti in bocca ma il sorriso stampato. Stava mescolando una zuppa in un pentolone e ci è venuta incontro. «Siamo del Resto del Carlino, vogliamo conoscervi e farvi qualche domanda». Prima ancora di stringerci la mano ci hanno chiesto dei soldi: «Quanto avete in tasca? Dateci qualcosa per dar da mangiare ai bambini e vi facciamo fare l’intervista».
 

Da dove venite?
«Dalla Spagna come origini, ma stiamo spesso in Francia. La maggior parte della nostra comunità sta in Francia».
 

Come mai siete qui nei pressi di Rovigo?
«Siamo venuti per i morti, abbiamo dei parenti a 50 chilometri di distanza». E pronuncia il cognome della famiglia ma non si capisce bene se sia Braidi, Bradi o Bradic.
 

Lei come si chiama?
«Cueves, Ivanovic Manolo Cueves». Chiestogli di scriverlo su un foglio non siamo sicuri che abbia scritto Cueveces, Cueves o qualcos’altro. Allora lo abbiamo scritto noi in stampatello perché lo leggesse e ci desse conferma: «Non so leggere» è stata la risposta. Il capo della carovana però era il più ben disposto nei nostri confronti: si è fatto fotografare senza chiedere soldi, mentre l’uomo più giovane che gli stava di fronte proponeva la foto di gruppo per 20 euro. «Noi siamo gitani, zingari. Ma gli zingari non sono tutti cattivi o tutti ladri. Qui in Italia ci trattano sempre male. Ci cacciano dappertutto, ma noi non facciamo male a nessuno», ci tiene a far sapere. «Noi siamo una famiglia che gira in tutta l’Europa. Esistiamo da 2.000 anni, prima giravamo con i cavalli, ora ci siamo un po’ modernizzati e giriamo con le roulotte, ma siamo sempre noi».
 

In quanti siete, del vostro gruppo?
«Siamo 10.000 roulotte in tutta Europa, stiamo tanto in Francia perché in Italia ci mandano via».
 

Qui a Villamarzana come vi siete trovati?
«Bene, il sindaco e i carabinieri sono stati gentili».
 

In Francia vi aiutano?
«Sì, lo Stato ci dà dei soldi. A me, per la mia famiglia, moglie e due figli, mi danno 800 euro al mese. E poi Sarkozy ha obbligato ogni comune sopra i 5.000 abitanti ad attrezzare un campo nomadi».