Roma 9 maggio 2012 - All'Ippodromo militare "Generale di Corpo d'Armata Pietro Giannattasio" a Tor di Quinto, è stato premiato con la medaglia d'oro al valor militare il sacrificio del sottotenente Mauro Gigli, l'artificiere in forze al 32° reggimento della Brigata alpina Taurinense caduto in Afghanistan il 28 luglio 2010, a 41 anni, mentre cercava di disinnescare un ordigno.

Sardo di origini, da tempo residente a Villar Perosa, ma con la famiglia d'origine residente a Santa Maria Maddalena (Rovigo) da molti anni, Gigli avrebbe dovuto essere in riposo, quel giorno. Ma aveva accettato di intervenire su quella bomba rudimentale. Quando si è accorto che non c'era più scampo, era riuscito a far allontanare diversi soldati, salvando loro la vita. A ricevere l'onorificenza dalle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stata la vedova, Vita Maria Biasco, presente a Roma, per l'anniversario della costituzione dell'esercito italiano.

La motivazione: «Capo nucleo bonifica ordigni esplosivi improvvisati dalle straordinarie qualità umane e professionali, in missione di pace in Afghanistan, pur in turno di riposo si offriva di effettuare la neutralizzazione di un ordigno che metteva a repentaglio la sicurezza della popolazione civile e del personale militare. Dopo aver disarticolato un primo dispositivo, avvedutosi di una seconda trappola letale, senza indugio alcuno, accortosi dell'imminente pericolo decideva di donare gli ultimi momenti della sua vita per allontanare i presenti piuttosto che porre se stesso al riparo. Improvvisamente, mentre del personale riusciva a porsi in salvo, veniva investito dall'esplosione dell'ordigno, perdendo la vita. Fulgido esempio di coraggio e altruismo ispirati alle migliori tradizioni dell'Esercito. Herat (Afghanistan), 28 luglio 2010».