Rovigo, 28 aprile 2013 - UN PEZZO DI POLITICA polesana si è spento ieri, con la scomparsa di Giancarlo Morelli, uno dei sindaci più amati della città. Morelli, uomo di sinistra di altri tempi, è infatti ricordato da tutti con stima e affetto come ‘il sindaco dell’alluvione’. Fu giovane sindaco tra il 1951 e il 1956 e affrontò la terribile prova della grande alluvione. Il ricordo del suo impegno indefesso, ancora commuove chi visse sulla propria pelle quelle concitate ore, quel flagello che colpiva con violenza un Polesine poverissimo in cui in tante case i pavimenti erano ancora di terra battuta. Le esequie saranno celebrate martedì, alle 11, con rito laico, davanti al cimitero di viale Oroboni.

Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 22 maggio. «Un grande polesano, un dirigente comunista di primo piano, un antifascista irriducibile perché sincero democratico e amante della libertà — ricorda il comitato provinciale Anpi di Rovigo, di cui Morelli era presidente onorario —. Un uomo gentile, nel senso più pieno del termine, che ha declinato il proprio impegno per il progresso e l’emancipazione degli ultimi anche nella professione di medico, cui si è dedicato con sensibilità e competenza». Morelli fu integralmente uomo della Costituzione, figura in grado di unire il popolo e, per questo, rispettato e stimato anche da chi aveva una diversa fede politica, con cui si confrontava con pacatezza e con una capacità di argomentazione instancabile e intelligente. Questa forza nel dialogare era pari all’intransigenza nei confronti del fascismo e del revisionismo. Uomo delle istituzioni repubblicane, parlamentare del Pci dal 1964 al 1971, fu componente di primo piano del gruppo di lavoro sulla sanità, realizzando buona parte di quel percorso che dal sistema delle mutue portò a un moderno servizio sanitario nazionale pubblico.
 

RIMASE nel Pci fino all’ultimo, e, non condividendo la svolta della Bolognina, fu tra i promotori di Rifondazione comunista che ebbe nel suo stile di lavoro un arricchimento. La sua lungimiranza fu fondamentale per costruire nel 1994, attorno all’elezione del sindaco Fabio Baratella, uno dei primissimi esperimenti sul campo del futuro Ulivo. In quella consiliatura fu presidente del consiglio comunale, il suo ultimo impegno istituzionale. Successivamente, con la rottura del Prc, nel 1998 fu tra i promotori del Pdci. Negli ultimi anni aveva, infine, aderito al Pd, convinto della necessità di unire le forze progressiste e del fatto che la frammentazione indebolisca quel popolo della Costituzione, alla cui testa è stato per un’intera vita.