Rovigo, 8 giugno 2013 - I dirigenti del Comune di Rovigo si sono aumentati il salario accessorio del 60 per cento "in assenza di presupposti previsti dalla norma contrattuale". E a dirlo è l’ispettorato generale del dipartimento della ragioneria generale dello Stato. L’ispezione si è svolta e conclusa nella seconda metà dell’anno scorso. Il verbale è stato protocollato in Comune il 26 febbraio.

La relazione è molto corposa, la sintesi divide i rilievi in 16 punti. Undici dei quali sono stati segnalati alla procura regionale della Corte dei conti di Venezia "ai fini dell’accertamento di eventuali responsabilità per danno erariale". Ne ha per tutti il Ministero delle Finanze, ma soprattutto per i dirigenti ai quali è imputato un "significativo e progressivo aumento delle risorse aggiuntive inserite sulla base delle disponibilità di bilancio che ha consentito una notevole crescita (circa il 60 per cento) del trattamento retribuito accessorio".

Oltre ai compensi record, pare che i dirigenti si siano "indebitamente riconosciuti un’indennità aggiuntiva (per complessivi 116mila 548 euro)". Questo perché si distribuivano le deleghe dei colleghi quando qualcuno mancava, monetizzando lo sforzo. C’è una "indebita erogazione di un’indennità di sostituzione a favore di due dirigenti investiti dalla funzione di vicesegretario comunale, in violazione del principio di onnicomprensività per 7mila euro".

Ad aver ricoperto il ruolo di vicesegretario comunale c’è la dirigente della ragioneria, Nicoletta Cittadin. Agli ispettori Massimiliano Bardani e Fabio Buccioco non tornano nemmeno i conti riguardanti l’avvocato civico, Ferruccio Lembo. Infatti nella sintesi scrivono: "Mancato inserimento nel fondo, ai fini della contrattazione decentrata, delle risorse derivanti da specifiche disposizioni di legge, il che ha impedito, nel caso dei compensi per l’avvocatura interna, la verifica del rispetto del limite posto alla crescita del fondo". Chi poi non faceva tutte le ferie, se le faceva pagare con un bonifico. Almeno qualcuno di loro. Cosa non consentita secondo gli esperti del Ministero. Ma non è finita.

C’è stato anche un "sistematico ritardo nella conclusione dei contratti decentrati, rispetto alla tempistica prevista dalla contrattazione nazionale"; il "mancato rispetto dei principi di selettività previsti dalla normativa vigente per l’effettuazione delle progressioni economiche orizzontali con conseguente attribuzione generalizzata del relativo beneficio economico"; e poi delle "criticità nella liquidazione degli incentivi per le attività di progettazione e pianificazione" addirittura "dissimulando un mero compenso per produttività, indebitamente erogato a dipendenti assoggettati al principio di onnicomprensività".

E ancora è stata rilevata la "necessità che l’ente implementi una più incisiva attività di riscossione di alcuni crediti iscritti in bilancio". Ovvero, il Comune ha dei crediti e non li esige. Un esempio si è avuto giovedì in consiglio comunale, 154mila euro nei confronti dell’Ater da circa 20 anni. Come non bastasse, c’è un "illegittimo ricorso all’indebitamento per il finanziamento di spese non qualificabili come d’investimento ma come attività di manutenzione ordinaria". Infine delle criticità sono state riscontrate nelle gestione dei servizi pubblici: farmacie, servizi cimiteriali, l’"improprio affidamento del servizio spazzamento neve e stipula del relativo contratto sulla base di una delibera di giunta comunale, anziché, come previsto dalla normativa vigente, del Consiglio".

 

Tommaso Moretto