Rovigo, 2 febbraio 2014 - LA PRIMA vittima del maltempo è stata l’oasi felina di via De Polzer.
La zona dedicata alla cura e al riposo dei gatti, infatti, è andata completamente sott’acqua (FOTO), a causa della continua pioggia e del terreno della struttura, che si trova sotto al livello della strada e quindi senza fognature vicine che possano scaricare l’acqua piovana.
 

«La situazione è drammatica — spiega Caterina Tresin, volontaria dell’Una, l’associazione che gestisce la struttura —. Fortunatamente abbiamo trovato delle pompe per aspirare l’acqua, prestate da amici, volontari e conoscenti. Ora, un imprenditore di Villadose, che ringrazio di cuore ci sta portando un generatore, perché con la corrente che abbiamo non possiamo usare le pompe: consumano troppo e salta tutto l’impianto. Anche con tre pompe comunque serviranno giorni per svuotare l’oasi felina. Il problema è che l’unica fognatura si trova in strada, molto più in alto di noi, quindi dobbiamo scaricare l’acqua sollevata dalle pompe nel canale a fianco l’oasi, ma la rete è sigillata per non fare scappare i gatti e quindi cercheremo di fare passare il tubo da sopra. E per di più, per il momento, l’acqua è arrivata anche all’ingresso dell’oasi, dove dobbiamo passare noi volontari».
 

I gatti fortunatamente sono in salvo: «L’oasi uno (la parte più vecchia) ha solo un angolo sott’acqua — prosegue la Tresin —, per il resto i micioni si spostano saltando, hanno ripari, trovano posti più alti delle cucce a terra. Il problema è che sono anni che la struttura si allaga e servirebbe una soluzione duratura nel tempo».
 

UNA RICHIESTA esplicita all’assessore Andrea Bimbatti, che ieri mattina, dopo un sopralluogo all’oasi si era subito mosso portando i vigili del fuoco per dragare il terreno. «Purtroppo i vigili del fuoco non hanno potuto fare nulla: hanno pompe molto potenti, che aspirerebbero anche il terreno con questa quantità d’acqua. Spero comunque, ora che l’assessore Bimbatti ha visto con i propri occhi la situazione, si pensi a un piano per sistemare l’area in maniera definitiva».
 

Caterina Zanirato