Rovigo, 9 febbraio 2014 - NEL GIRO di un mese quella macchina fotografica lo aveva immortalato due volte. Due belle foto che gli sarebbero costate 117 euro l’una e tre punti della patente ogni volta. Già, perché lui era sfrecciato oltre il limite di velocità consentito davanti all’autovelox in Romea a Rosolina, al chilometro 71+760. Così, in preda a una folle rabbia, ha pensato di vendicarsi: ha montato un’asta sull’apparecchio che, alla fine, sorreggeva una foto di una ragazza più nuda che vestita. Ma lo ‘scherzo’ è durato poco, perché grazie a una serie di riscontri nel giro di qualche giorno la polizia locale diretta dal comandante Patrizio Targa è riuscita a risalire a lui.

TUTTO è successo sabato scorso, quando un automobilista di passaggio sulla Romea ha visto un uomo trafficare intorno al velox. La segnalazione riferiva di un uomo di mezza età in piedi sul guardrail e intento a montare un’asta davanti alla telecamera. Quando la polizia locale è arrivata sul posto ha visto l’ingegnosa installazione. Con quel bastone di legno lungo 110 centimetri la fotocamera non poteva far altro che immortalare la donna seminuda. Dietro alla foto, poi, c’era un assai poco velato invito all’amministrazione comunale ad andare a quel paese. Il racconto del testimone ma soprattutto le immagini della telecamera di sorveglianza che aveva ripreso la targa della macchina del vandalo hanno consentito agli agenti di risalire nel giro di poche ore all’identità dell’autore. Si tratta di O. R., 57 anni residente in un vicino comune sul Delta che ora rischia una denuncia per danneggiamento, ingiurie e interruzione di pubblico servizio.

«CERTAMENTE gli autovelox non rientrano nella classifica delle cose più amate dagli Italiani — commenta Targa —, però ce ne passa prima di andare a posizionare un palo di legno di circa 110 cm, con affisso un cartello. Se il problema erano le sanzioni ricevute, avrebbe potuto venire al comando a parlare per rateizzare i pagamenti o chiedere l’annullamento in caso di emergenza». Di professione meccanico, infatti, per uno dei due casi ha sostenuto di stare ‘correndo’ per un inetrvento d’urgenza quando gli è stata fatta la foto. «Invitiamo l’utenza al dialogo — continua — e a facciamo presente che si trova sempre la soluzione ai problemi, evitando comportamenti del genere che creano conseguenze serie anche di carattere penale».

c. d.