"Anno orribile, morìa di posti di lavoro"

L’analisi dei segretari di Cgil, Cisl e Uil. Che lanciano l’appello: "Blocco dei licenziamenti prorogato anche dopo la fine dell’emergenza"

Migration

"Si chiude un anno molto difficile, segnato dalla pandemia che ha stravolto molte delle nostre certezze, ha messo in ginocchio l’Italia con una crisi senza precedenti e ha imposto mutamenti profondi sia in materia sanitaria che a livello economico e del lavoro – così comincia l’intervento unitario di Samuel Scavazzin (segretario Cisl), Fabio Osti (Uil) e Pieralberto Colombo (Cgil) –. Il nostro primo pensiero non può che andare alle tantissime persone che sono morte a causa del virus in tutta Italia e alle loro famiglie. Anche la nostra provincia ha pagato un caro prezzo, soprattutto nella generazione che rappresenta la nostra storia e un patrimonio di esperienze unico e prezioso. Così come il nostro pensiero va ai tanti operatori sanitari che sono stati contagiati sul posto di lavoro e che hanno perso la vita. Pensando a loro, non possiamo non ricordare con rammarico il periodo in cui infermieri, medici e oss venivano definiti eroi, con una punta di retorica tipica di quell’ondata emotiva – sottolineano i tre segretari – mentre ora vengono criticati solo se si permettono di chiedere, anche attraverso uno sciopero, una adeguata retribuzione e il rinnovo del contratto nazionale. E’ stato un anno difficile anche per la nostra provincia, con oltre 8 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione autorizzate solo fino ad ottobre, contro le 433mila di tutto il 2019 e con l’11% dei posti di lavoro persi nei primi undici mesi dell’anno, destinati certamente ad aumentare con la fine del blocco dei licenziamenti, che noi riteniamo vada prorogato anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. Per il prossimo anno c’è l’impegno a mantenere alta l’attenzione sulla salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro a partire dall’emergenza sanitaria, attraverso la rigorosa applicazione del protocollo sottoscritto dalle parti sindacali con il governo nell’aprile scorso. Ma intendiamo anche contribuire a porre le basi per il rilancio economico del Polesine. Una parte di questo rilancio non può che passare attraverso la Zls. Su questo tema è calato un inspiegabile e preoccupante silenzio, nonostante l’esplicito invito da parte del ministro Provenzano ad accelerare sull’elaborazione del piano di sviluppo strategico.

Dopo la fretta iniziale da parte della Regione, legata forse a motivi elettorali, tutto si è fermato fin dai primi di agosto. Così come riteniamo indispensabile che le parti sociali siano coinvolte nelle scelte sulla destinazione dei fondi europei, grazie ai quali il 2021 sarà un anno decisivo per creare le condizioni per uno sviluppo che guardi alla qualità e che vada indirizzato verso modelli produttivi legati alla transizione energetica e ambientale. E questo anche per rilanciare il settore turistico. Abbiamo inviato da oltre un mese a tutte le istituzioni coinvolte – Regione, Provincia, conferenza dei sindaci, sindaci dei Comuni – la richiesta di attivazione di un tavolo che affronti e definisca le linee guida di uno sviluppo duraturo e di qualità del territorio. E’ questo un elemento indispensabile per prepararci a cogliere le opportunità offerte dall’eventuale arrivo di nuove attività nella nostra provincia, evitando di subirlo passivamente come è avvenuto con Amazon. Un insediamento che ha portato sì posti di lavoro, ma ha anche creato delle criticità".

Sandro Partesani