Rovigo, è morta la dottoressa Antonella Andreotti

Stroncata da un male incurabile, aveva 59 anni. Era conosciuta da tutti per la sua attività di dirigente all’ospedale Santa Maria della Misericordia

Antonella Andreotti

Antonella Andreotti

Rovigo, 19 marzo 2018 - Salutare la vita abbracciando il male contro cui ha lottato nel corso di anni di duro impegno lavorativo, difendendo la quotidianità e le speranze di migliaia di persone. Antonella Andreotti si è spenta l’altro ieri.

La dottoressa, 59 anni, conosciuta da tutti per la sua attività di dirigente all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo, fino ad una ventina di giorni fa ha continuato a svolgere il suo lavoro, nonostante stesse lottando contro un male incurabile.

Chi l’ha conosciuta ha tatuati sulla pelle, nel vero senso della parola, l’impegno e la tenacia di questa donna che ha dedicato tutta se stessa agli altri e alla possibilità di una lotta dignitosa contro le malattie.

Il suo modo di fare schietto e confidenziale era sostenuto da una professionalità attenta, che univa il sorriso ai farmaci, la forza di non arrendersi alle varie cure, l’empatia agli esami e ai percorsi ospedalieri. Era specialista in chirurgia generale e vascolare. Molto attenta alla tecnica laparoscopica e ai numerosi vantaggi chirurgici, postoperatori e psicologici.

Primo aiuto Soc di chirurgia generale, era responsabile del Surgery-day hospital. La passione ha sempre animato il suo spirito che non ha mai neanche avvicinato i fronzoli che a volte adornano la posizione di un professionista autorevole. E lei lo era, una persona davvero esperta e capace nel suo campo, ma più di ogni altra cosa sensibile e presente per tutte le persone che si sono rivolte a lei per la propria difficile battaglia.

«L’ho sempre ammirata per il suo impegno professionale – racconta l’amica Nadia Rossi – e per le sue indiscusse capacità umane. Una guerriera. Era apprezzatissima da tutti. La stimavo e le volevo bene, la ricorderò sempre come una roccia ma anche dolce e disponibile per tutti». Il male non l’ha risparmiata e purtroppo non le ha dato scampo. Ma l’eredità che lascia in termini di eccellenza nel campo medico e di umanità a livello personale, aveva già da tempo impregnato le mura del nosocomio cittadino e i cuori di chi le ha voluto bene.