Arci Rovigo, il mezzo flop del cinema e quei bilanci chiusi a fatica

Il punto con il presidente Callegarin e i contributi della Fondazione

Lino Pietro Callegarin (Foto Moretto)

Lino Pietro Callegarin (Foto Moretto)

Rovigo, 26 agosto 2019 - Il contributo della Cariparo per il ‘Cinema in città 2019’ serve in buona parte all’Arci per pagare affitto e personale come si desume dal bilancio che cortesemente Lino Pietro Callegarin, presidente dell’associazione, ha concesso di consultare. Sono 22 film, 12 tra luglio e agosto alla sede dell’Arci di viale Trieste 29 nella sala ‘Cavazzini’. Le 10 proiezioni autunnali sono previste al teatro Don Bosco di viale Marconi. La Fondazione Cariparo ha messo 10mila euro a cui si aggiungono 1.500 euro del bando ‘Estate insieme’, 1.531 euro della campagna di crowfounding e 1.700 di ‘cofinanziamenti ottenuti’.

In tutto 14.731 euro. Ben 6.300 euro, da preventivo, sono per il personale già in organico all’Arci. Cioè per un’impiegata con mansioni di contenuto e responsabilità organizzativa, per una con mansioni di gestione della segreteria e per un terzo impiegato che distribuisce il materiale pubblicitario e supporta la gestione della segreteria. Il personale contatta i giornali, promuove l’evento su Facebook, gestisce aspetti burocratici. Altri 732 euro sono stati caricati come affitto della sala Cavazzini, cioè la sede stessa in cui l’Arci è in affitto tutto l’anno da anni ed anni.

Il ragionamento è questo: uso la sala per 2 ore la sera in 12 giorni per il cinema quindi moltiplico l’affitto giornaliero della sede (61 euro) per 12 e fa 732. È pacifico si possa fare, basta i finanziatori siano d’accordo. La rassegna cinematografica dell’Arci prevede film disponibili in dvd. In sostanza un quarto d’ora prima dell’inizio della proiezione Callegarin estrae il dvd dalla custodia, lo inserisce nel lettore, posiziona il proiettore e distribuisce le sedie, metà delle quali in cortile. Giovedì 8 agosto per la proiezione del film ‘Malombra’ c’erano 26 spettatori, 17 all’aperto, 9 all’interno. Perché la parete divisoria si apre e consente a chi è fuori di vedere lo schermo che si trova dentro. Il giorno prima, un’altra associazione con la collaborazione del Club alpino italiano ha proiettato un film sullo scalatore Reinhold Messner all’aperto, in piazzetta Annonaria, con un maxi schermo e un impianto di qualità.

C’erano oltre 100 spettatori e alcuni hanno guardato il film in piedi o seduti per terra perché non c’erano abbastanza sedie. Segno che, forse, tra le due iniziative una risponde più dell’altra alle esigenze della città. Tra le spese inserite nel preventivo dell’Arci però, oltre a personale e affitto si trovano altre voci interessanti: 120 euro di giornali per la rassegna stampa, 800 euro per la pubblicazione di un volume con il programma generale, 200 euro di utenze dell’associazione, 200 euro di cancelleria, 700 euro di ‘collaborazioni esterne’ per la stesura delle schede filmiche e la presentazione dei film, 100 euro di noleggio fotocopiatore oltre naturalmente alla Siae (550 euro, ai diritti alle case distributrici per 1.281 euro, ad affitto e proiettore del Don Bosco per 2.564 euro).