Ariano Polesine, mamma uccisa per sbaglio dal figlio: indagato il vicino

Avrebbe avuto un ruolo l'anziano padrone di casa cui apparteneva la pistola ritrovata in un terreno vicino all'abitazione

La cascina teatro della tragedia e la vittima, Rkia Hannaoui

La cascina teatro della tragedia e la vittima, Rkia Hannaoui

Ariano Polesine, 6 aprile 2023 - Un tassello dopo l'altro gli inquirenti stanno ricostruendo quello che è accaduto a Rkia Hannaoui nel casale di Ariano Polesine (Rovigo). La vicenda è nota per la sua drammaticità. Mamma di due bambini, Rkia è morta in ospedale dopo essere stata trovata agonizzante in casa con un proiettile in testa. A sparare accidentalmente sarebbe stato il figlio di 8 anni. In un terreno vicino all'abitazione dove Rkia abitava con i bambini e il marito, è stata infatti rinvenuta la pistola utilizzata. Chi ha nascosto l'arma? Perché non era custodita la pistola? Il papà sapeva? Sono tante le domande ancora senza risposta.

Il ruolo del vicino

Avrebbe avuto un ruolo nella vicenda anche il vicino, forse per proteggere il bambino. L'81enne vicino di casa di Rkia Hannaoui, è indagato per concorso in omicidio colposo. L'uomo, si apprende da fonti qualificate, avrebbe ricevuto già ieri la notifica dalla Procura. Il pensionato, che custodiva in casa alcuni fucili da caccia e la pistola del delitto, scomparsa e poi ritrovata dai Carabinieri, nascosta sotto pochi centimetri di terra, ha sempre negato ogni coinvolgimento nei fatti. Il reato di concorso potrebbe essere la 'conseguenza' penale della omessa custodia delle armi (fattispecie ormai depenalizzata,) ovvero per aver consentito ai due figli di Rkia, che abitavano al piano terra, di aver accesso al mobile nel quale l'anziano teneva la pistola.

Una tragica fatalità

Si tratta della ricostruzione confermata dagli investigatori rodigini, nel merito della donna di nazionalità marocchina, trovata morente in casa il 28 marzo scorso, colpita alla testa da un proiettile. Il piccolo avrebbe usato la pistola del padrone di casa, poi sarebbe entrato in casa e maneggiando accidentalmente l'arma è partito il colpo mortale. La pistola è stata poi rinvenuta nella nottata tra lunedì 3 e martedì 4 aprile sul terreno adiacente all'abitazione dove la donna abitava, assieme al marito e ai due figli di 8 e 11 anni. A confermare i fatti il Procuratore della Repubblica di Rovigo Manuela Fasolato che in una nota precisa: “l’omicidio di Rkia Hannaoui è da ritenersi, allo stato, di natura colposa frutto di condotta accidentale e non di condotta dolosa. Quest’ufficio procede per accertare responsabilità colpose di terzi in ordine a quanto accaduto in dipendenza della omessa custodia dell’arma con relativi proiettili e la posizione dei familiari minori non imputabili verrà valutata dall’ufficio requirente competente”.

La svolta delle indagini

Un susseguirsi di fatti che ha avuto una svolta decisiva nelle ultime 24 ore. Nella giornata di lunedì 3 aprile gli accertamenti autoptici eseguiti dal medico legale, incaricato dalla Procura della Repubblica, sulla salma di Rkia Hannaoui, ha accertato che: “Il foro d’ingresso nella regione temporale sinistra riconducibile ad un proiettile in metallo integro, calibro 22, poi rinvenuto in regione temporo-parietale destra”. L’autopsia ha escluso che il colpo d’arma da fuoco sia stato esploso a distanza ravvicinata. Da qui sono proseguite per ore la ricerca dell’arma finché è stata rinvenuta una pistola in dotazione al proprietario di casa.

La versione ‘smentita’ del malore

L’accertamento autoptico di lunedì scorso, tra l’altro, ha di fatto sconfessato le tesi del marito: “E’ svenuta mentre era in video chiamata con la madre e sbattuto la testa contro il fornello” e quella del proprietario di casa “È morta perché ha sbattuto la testa. È andata in svenimento, in quanto non mangiava per il Ramadan”. Nei giorni successivi alla morte della donna, i carabinieri avevano sequestrato quattro fucili ed una pistola a casa del proprietario del casolare di campagna, dove la famiglia marocchina abitava in affitto.

La tragedia

Rkia Hannaoui, 32 anni, casalinga di origine marocchina, è stata dichiarata morta il 29 marzo. L'intervento dei carabinieri nella cucina del piano terra della casa di via Fiume ad Ariano Polesine, dove la donna viveva assieme ai due figli e al marito, è avvenuto alle 16 circa di martedì 28 marzo. L'arrivo all'ospedale di Rovigo della donna, ferita gravemente, è delle 17.46 dello stesso giorno. Nemmeno 24 ore dopo la commissione medica ha decretato la morte della paziente, che si trovava in terapia intensiva.

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