Rovigo, cane ucciso con un’iniezione. Padrone e veterinario nei guai

Condannati entrambi, il giudice: "Crudeltà non necessaria". L’episodio si verificò nel 2015 a Corbola, insorsero gli ambientalisti

Rovigo, cane ucciso con un'iniezione (foto di repertorio)

Rovigo, cane ucciso con un'iniezione (foto di repertorio)

Rovigo, 11 ottobre 2018 - Rocki, un cane, è morto a Ceregnano per un’iniezione letale del farmaco Tanax somministrata dal veterinario il 16 febbraio del 2015. Ieri lo stesso veterinario, Diego Cesaro, 69 anni, di Ospedaletto Euganeo in provincia di Padova, è stato condannato ad un anno di reclusione e all’interdizione alla professione per un anno. Il padrone dell’animale, Gilberto Carlini, 92 anni, di Corbola, è stato condannato ad un anno e due mesi. La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico del tribunale di Rovigo, Raffaele Belvederi. Le pene sono sospese se verrà risarcito il danno quantificato in 3mila 500 euro. La vicenda destò scapolore e si mossero le associazioni animaliste.

Secondo l'accusa quello subito dal cane è stato un atto di crudeltà non necessario. Al termine del dibattimento il veterinario ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee ed ha ricostruito la vicenda. «Io ero stato contattato dal signor Carlini che mi aveva presentato una situazione difficile di un cane che non riusciva a gestire e che era diventato aggressivo — ha detto Cesaro al giudice —. Inizialmente ero un po’ titubante perché mi ero ricordato che ero andato a vaccinare questo cane ed avevo avuto grossissimi problemi. Ma alla fine sono andato a casa sua, mi sono fatto convincere. Una situazione particolare, il cane era davvero aggressivo, mi saltava addosso e in qualche modo ho tentato di tutelarmi — ha continuato il veterinario —. Ho provato a fare una visita ma non era possibile. Allora ho tentato di anestetizzarlo, ho caricato una siringa con l’ago lungo ma il cane, appena mi sono avvicinato, mi è saltato addosso ed ha spezzato l’ago. Era evidente che l’animale aveva dei problemi ed ho paragonato questa situazione ad altre che mi erano capitate — ha proseguito Cesaro —. Questa situazione, a mio avviso, era da collegare a malattie del sistema centrale e del sistema periferico. Poi aveva anche altri problemi, era magro ed aveva chiazze sulla pelle».

Il giudice l’ha ascoltato attentamente, fino alla fine della sua dichiarazione. «Carlini ha insistito con la storia della moglie che cadeva per terra e il cane le saltava addosso, un animale che era scappato anche dal canile — ha proseguito —. O non volevano più tenerlo. Comunque io ho detto che cercavo di dare una mano per risolvere la situazione. Ho deciso che sarebbe stata meglio l’eutanasia, mi sono visto in una situazione di questo tipo, basato sui racconti del Carlini, sulla situazione della moglie, una cosa ormai insostenibile. E ho proceduto con questo farmaco, il Tenax». Infine ha precisato: «Non sono andato la con quella volontà, volevo visitare il cane, ma le cose si sono accavallate per cui alla fine ci siamo trovati in questa situazione». E ieri è arrivata la condanna.