Rovigo, acqua alta e barriere. "Barricate per difenderci dagli allagamenti"

Vicolo Forlanini, quando piove l’acqua entra nelle case. I residenti: "Cambiano le giunte, ma nessuno si ricorda di noi"

Vicolo Forlanini, fra allagamenti e proteste (foto Donzelli)

Vicolo Forlanini, fra allagamenti e proteste (foto Donzelli)

Rovigo, 6 novembre 2019 - Auto e bici contromano, allagamenti continui, parcheggi abusivi e zero servizi. E’ questa la fotografia che alcuni residenti che abitano in vicolo Forlanini e dintorni fanno della loro zona, cittadini che si senteno esclusi e abbandonati dal Comune ormai da anni. La loro protesta coinvolge infatti l’attuale giunta guidata dal sindaco Edoardo Gaffeo, Partito democratico, ma guarda anche indietro alla gestione del primo cittadino Massimo Bergamin, Lega Nord. Sono cambiate le bandiere, immutato il quadro di degrado nel quale vivono. «Tutto sommato è una bella zona – secondo Daniele Poletto – una zona tranquilla, qui ci conosciamo tutti. Hanno asfaltato la strada l’anno scorso dopo il rifacimento delle conduttture dell’acquedotto. Abbiamo però problemi con la gente che parcheggia lungo la strada, essendo stretta si fa fatica a passare poi con le auto. Ci capita spesso di organizzarci come vicinato per tenere curata la via, abbiamo imparato a rimboccarci le maniche e ad arrangiarci».

«Da quando hanno chiuso il passaggio a livello – racconta Gabriella Milani – la situazione è diventata più tranquilla. Tuttavia siamo tagliati fuori da tutto, per accedere ai servizi dobbiamo fare chilometri. Uso spesso la bicicletta, ma la pista ciclabile è troppo pericolosa, è così stretta che si rischia di cadere e farsi male. La mia famiglia non crea mai problemi con i parcheggi perché lasciamo sempre l’auto in giardino». «Asfaltando la strada sul manto precedente – spiega Bruno Secchierollo – si crea un dislivello. Ogni volta che piove ci arriva quindi l’acqua che dalla strada invade anche le case. Bisognerebbe avere dei marciapiedi più alti – precisa –. Inoltre ci sentiamo abbandonati. Qui non puliscono mai né le strade né la pista ciclabile, non le puliscono da mesi». «Quando piove – prende la parola Eugenio Barin – sono costretto ad arrangiarmi per evitare allagamenti in casa. Ho dovuto inventarmi io un sistema per impedire all’acqua di entrare nell’abitazione, una paratia». Un po’ come avviene a Chioggia, dove negozi e abitazioni si proteggono dall’acqua del mare con paratie di legno davanti alle strutture.

«Bisognerebbe fare una pista ciclabile più larga – secondo Riccardo Gilberto Renesto –, includendo una parte magari riservata ai pedoni. Tutti i giorni arrivano macchine contromano, non riesci ad evitarle, è quasi impossibile non fare un frontale, ho rischiato più volte di essere investito. Bisognerebbe inoltre fare strade larghe a doppio senso e mettere un segnalatore per multare chi va contromano. Il sottopasso della ferrovia è intasato dal fogliame, ci sono allagamenti continui. Tutta la zona è priva di segnaletica e mancano i servizi pubblici. Gli anziani, per spostarsi, sono costretti a spendere la pensione in taxi. Non c’è nemmeno la bacheca per i defunti, a momenti non veniamo a sapere nemmeno se viene a mancare un vicino di casa. Siamo una zona trascurata e la situazione è andata peggiorando nel tempo».

«C’è sempre qualcosa che non va – interviene Luigino Tosini –. Purtroppo è frequente che le macchine vadano contromano, soprattutto di notte. Siamo tagliati fuori pur essendo vicinissimi al centro storico: bisogna rivalutare tutta la zona. Se non puliscono lo scolo dell’acqua ai bordi delle strade si allaga tutto. Inoltre, quando vengono a raccogliere i rifiuti, quelli che lasciano per terra sono più di quelli che portano via». «Mi sento abbandonata – si confida Annamaria Bertelli –. Siamo al buio, manca l’illuminazione pubblica. Inoltre abbiamo grandi problemi con gli spostamenti, soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai mezzi pubblici».

«Bisognerebbe mettere dei dissuasori nel sottopassaggio – secondo Vitaliano Motta –, altrimenti la gente corre in bici. Più volte ho rischiato di essere investito. Le bici che si scontrano sono un grande pericolo, metterei obbligo di fare il tunnel a piedi. E’ da anni che curo io la siepe della ferrovia». «Il sottopasso ciclabile – racconta Chiara Donegà – è l’unico modo relativamente sicuro per raggiungere il centro, altrimenti ci tocca andare dove transitano le macchine. Bisognerebbe rendere la pista ciclopedonale, come quella fatta a San Pio X dall’ingegnere Gianfranco Brigo. Vedo spesso macchine andare contromano, lo faccio notare e se ne fregano. Siamo tagliati fuori dal mondo e ci tocca fare tratti lunghi di strada per raggiungere magari il centro. Visto il problema della qualità dell’aria mi piacerebbe vedere piantato un bel filare di alberi». © RIPRODUZIONE RISERVATA