Cgil Veneto, l'appello alla politica: "Le priorità: occupazione e sicurezza sul lavoro"

Lavoro, riforme sociali e strumenti economici: i temi da affrontare con urgenza per i partiti che andranno a governare il paese dopo le elezioni del 25 settembre

Manifestazioni per la sicurezza del lavoro

Manifestazioni per la sicurezza del lavoro

Rovigo, 27 luglio 2022 - Individuare e affrontare le priorità per dare risposte alle diseguaglianze che si sono create, a causa degli effetti dell’inflazione, della guerra e della speculazione in atto, che impattano ancora di più sulle fasce deboli della popolazione e sulle imprese. È l’invito di Cgil locale alla politica italiana, a seguito della crisi di Governo e del conseguente avvio della campagna elettorale. “Problematiche che colpiscono anche la nostra Provincia - spiega Pieralberto Colombo, segretario generale -, lo dimostrano i recenti dati di ‘Veneto Lavoro’ dove emerge che in Polesine la crescita delle assunzioni nel primo semestre 2022 è del solo 5%, il dato più basso rispetto alle altre Province del Veneto”. 

Sommario: 

I dati sull'occupazione in Veneto

Padova e Vicenza segnano più 28% sul fronte assunzioni, Treviso più 23%, Verona più 21%, Belluno più 17% e Venezia addirittura più 57%, con un calo del 3% a giugno 2022, rispetto allo stesso mese del 2021. “Un segno negativo, che riguarda tutto il Veneto e che non deve essere sottovalutato - prosegue Colombo-. A questo si aggiunge che la parziale ripresa, dopo la fase più acuta della pandemia, si basa ancora sul lavoro precario, oltre l’80% sul totale di nuove assunzioni in Italia e quasi il 90% in provincia”.

Infine un fenomeno che è ripreso dal mese scorso e che spesso, secondo il sindacato, passa sotto silenzio: la cessazione di molti contratti a termine e somministrati. “Un ulteriore campanello d’allarme che mette in difficoltà sopratutto i giovani, su cui vengono scaricati i primi segni di rallentamento del mondo delle imprese, con perdita anche di professionalità interessanti - specifica Colombo -. Flessibilità che si traduce in precarietà lavorativa e di vita. Come Cgil, nei settori industriali, abbiamo registrato la cessazione di poco più di 60 contratti a termine o di somministrazione solo tra giugno e luglio di quest’anno”.

Le priorità dei cittadini

Da qui le priorità che deve darsi chi governa al livello locale e nazionale. “Contrasto vero al lavoro povero con un aumento delle retribuzioni attraverso la via contrattuale nazionale ed aziendale ed attraverso la ‘leva fiscale’ che deve avere la caratteristica di una reale progressività a favore dei redditi più bassi da lavoro e da pensione, accompagnata da una azione di contrasto all’evasione fiscale, senza condoni mascherati - continua -. Ma anche superamento delle forme più inaccettabili di lavoro precario con un contratto a tempo indeterminato a contenuto formativo permanente come modalità centrale d’inserimento al lavoro, puntando alla valorizzazione delle risorse umane, attraverso l’istruzione e formazione di qualità”. Diversamente si porterebbe avanti una ‘svalutazione’ del lavoro invece che puntare ad uno sviluppo fondato sull’innovazione organizzativa e di prodotto che presuppone l’investimento  sulle persone che lavorano ed adeguate politiche industriali ed ambientali ed energetiche.

Sicurezza sul lavoro

Lavoro di qualità - aggiunge - che presuppone anche risolvere il gravissimo problema della sicurezza sul lavoro che ancora vede i dati dei morti sul lavoro in aumento, con la nostra Provincia la peggiore del Veneto in rapporto alla popolazione lavorativa”. Temi urgenti che devono essere presi in carico dalle forze politiche che si candidano a governare il Paese e che se risolti possono dare risposte al mondo del lavoro, soprattutto a favore di chi oggi è più in difficoltà. “Affrontando seriamente la questione sociale evitando l’acuirsi del disagio sociale e del conseguente allontanamento della popolazione alla partecipazione attiva e alla vita sociale e politica - continua -. Alle controparti datoriali chiediamo pertanto, nella contrattazione di secondo livello territoriale, di poterci occupare oltre che dell’aspetto retributivo anche della riduzione significativa dell’utilizzo di contratti ‘flessibili’ che generano spesso scoraggiamento e scarsa fidelizzazione dei lavoratori stessi, così come di una seria riflessione per invertire la rotta nell’utilizzo di filiere di appalti e sub-appalti che hanno frammentato il lavoro e lo hanno reso spesso più povero, insicuro e con diritti limitati”.

Con la caduta del Governo e le elezioni a fine settembre, il rischio è anche di subire gravi ritardi su strumenti a disposizione per il Polesine, a partire dalla Zls. “Zls che deve essere accompagnata dalla realizzazione di infrastrutture e servizi correlati che rendano funzionale tale ‘strumento’ ed attrattiva la nostra Provincia per imprese e lavoratori. Su tutto ciò non c’è tempo da perdere, bisogna spingere tutti nella stessa direzione per avere forza nei confronti della politica e delle istituzioni, regionali e nazionali”- conclude,