"Cimice asiatica, un flagello in Polesine. Costretti ad abbattere i frutteti"

Confagricoltura: "Le misure adottate dalla Regione non sono efficaci"

Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura, tra i filari di un frutteto (Donzelli)

Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura, tra i filari di un frutteto (Donzelli)

Rovigo, 30 luglio 2019 - I frutticoltori stanno pensando di estirpare pereti, meleti, piantagioni di kiwi, pesche e nettarine. Sono esasperati dai danni della cimice asiatica, si sentono impotenti di fronte alla distruzione delle loro coltivazioni e la mancanza di strumenti per debellare l’attacco dell’insetto. Confagricoltura ha incontrato nei giorni scorsi l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan per denunciare la situazione. Si stimano danni di milioni di euro. Il fenomeno nel 2019 ha visto un aumento della gravità, con perdite di prodotto sempre più consistenti.

«Siamo molto preoccupati – dice Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura, con il direttore Massimo Chiarelli –. I trattamenti che i nostri frutticoltori stanno effettuando non sono efficaci, l’utilizzo della rete non è ancora diffuso e comunque non è una soluzione radicale. I fitofarmaci attualmente ammessi devono essere rivisti dal Servizio fitosanitario regionale, considerando la cimice come un flagello da debellare nel minor tempo possibile». La nostra provincia ha un posto importante in regione nella produzione frutticola: sono 401 gli ettari a melo, 211 a kiwi: le aziende produttrici di pere sono circa 250 per una produzione di 261.234 quintali (dati 2017). I frutticoltori stimano una perdita dal 40% al 100% del raccolto con un danno di circa 8.000 euro a ettaro. Le misure finora previste dalla Regione hanno una proiezione di risoluzione del problema di lungo periodo: un progetto di ricerca affidato all’Università di Padova ipotizza l’introduzione della vespa samurai, insetto antagonista della cimice asiatica, con prove di laboratorio sugli effetti degli insetticidi e attività sperimentali per misurare l’introduzione di insetti antagonisti, e si stanno studiando metodi efficaci con reti anti cimice attraverso un bando con fondi per l’acquisto. «Tutte buone intenzioni della Regione – osserva Casalini – ma non sono più sufficienti. È necessario che Regione e Ministero trovino risorse dirette per indennizzare le aziende».