Cimice asiatica, agricoltori in marcia. "Siamo allo stremo"

Gli agricoltori del Polesine alla manifestazione a Ferrara: "Subito un sostegno al settore , altrimenti saremo costretti ad estirpare"

I danni della cimice asiatica

I danni della cimice asiatica

Rovigo, 29 gennaio 2020 - Tra le migliaia di agricoltori ci saranno anche i polesani della Cia (confederazione agricoltori italiani) domani a Ferrara per chiedere sostegno al settore colpito dalla cimice asiatica.

Il corteo parte alle 9,30 dall’area dell’ex mercato ortofrutticolo. La manifestazione, organizzata sotto il cappello di Agrinsieme, è stata presentata nei giorni scorsi a Verona da Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, Cristiano Fini, presidente di Cia Emilia Romagna e Mara Baldo, vicepresidente Cia Trentino Alto Adige.

"Nel solo 2019 – hanno spiegato i responsabili delle regioni del Nord di Cia Agricoltori Italiani – i danni al comparto ortofrutticolo sono stati, compreso l’indotto (aziende e cooperative agricole), pari a 600 milioni di euro. Lo stanziamento del governo è di 80 milioni di euro per tre anni (tramite anche il Fondo di solidarietà nazionale, come previsto dalla legge 102 del 2004) per tutte le regioni del Nord. In più la Regione Veneto ha previsto, a livello locale, un ulteriore stanziamento di 4 milioni di euro: si tratta comunque di misure totalmente insufficienti".

I presidenti Cia hanno ricordato che "i nostri agricoltori producono cibo di qualità, danno vita a importanti filiere. Un patrimonio al quale i nostri territori non possono rinunciare. Se non si troveranno soluzioni tempestive, sono a rischio migliaia di posti di lavoro".

Un primo risultato dell’annunciata mobilitazione sembra a portata di mano. "C’è un accordo tra ministero delle Politiche agricole e Abi (Associazione bancaria italiana) per la sospensione dei mutui nelle zone colpite dal flagello della cimice asiatica. Questo accordo deve trovare velocemente compiutezza in un decreto del governo".

Tra le richieste che verranno mosse in piazza, l’aumento della dotazione finanziaria destinata attraverso le legge di stabilità alle aziende colpite da calamità e alle cooperative di conferimento che ne trasformano e commercializzano il prodotto; e poi investimenti a sostegno della ricerca scientifica, pubblica e super partes, sulla cimice asiatica, in quanto non esiste nessun tipo di difesa contro gli attacchi di questo insetto alieno.

"Nei confronti dell’Ue il Governo nazionale deve chiedere le coerenti modifiche alle norme e ai regolamenti comunitari per permettere l’aumento della clausola di salvaguardia per le organizzazioni di produttori sino all’80 per cento per evitare che queste, a causa della riduzione dei conferimenti, perdano i requisiti del riconoscimento. L’aumento, dall’attuale 0,5 per cento al 0,9 per cento, delle risorse destinate dall’Ocm ortofrutta per il ristoro dei danni, riservando quest’aumento ai soli danni causati dalla cimice. L’attivazione dell’articolo 221 del regolamento Ue 1308 del 2013 per ristorare i danni, evidenziando che la calamità ha assunto ormai un carattere sovraregionale e deve essere affrontata con la dovuta risolutezza: chiediamo dignità per questo settore".

"Un’altra annata come quella di quest’anno e i frutticoltori saranno costretti a estirpare pereti, meleti, piantagioni di kiwi, di pesche, di nettarine – spiega il pr esidente di Confagricoltura Rovigo, Stefano Casalini –. Siamo esasperati dai danni della cimice asiatica, impotenti di fronte alla distruzione delle nostre coltivazioni. La mancanza di strumenti validi per debellare l’attacco dell’insetto ci sta ponendo di fronte a una strada a senso unico".

La nostra provincia ha un posto chiave nella produzione frutticola. Sono 401 gli ettari a melo, 211 a kiwi. Sono 250 per un totale di 1.009 ettari i pereti con una produzione di 261.234 quintali. I frutticoltori nell’annata scorsa hanno subito una perdita dal 40% al 100% del raccolto con un danno di 8.000 euro a ettaro. "La produzione di pere in provincia determina un reddito lordo di 16 milioni di euro – afferma Casalini –. O forse dovremo dire determinava?".