Invasione di cimici nei campi, danni ingentissimi

Il grido d’allarme della Coldiretti: "Servono azioni per fermare l’emergenza"

Il direttore della Coldiretti  Silvano Parizzi

Il direttore della Coldiretti Silvano Parizzi

Rovigo, 17 ottobre 2018 – Lotta alla cimice asiatica in Polesine. Non solo invade case, terrazzi, automobili, questo insetto continua a cibarsi di frutta, verdura e cereali nelle campagne, lasciando agli agricoltori la devastante conta dei danni. Coldiretti Rovigo torna a sollevare il problema dopo il convegno dei mesi scorsi in collaborazione con il servizio fitosanitario regionale e dopo l’incontro con l’assessore regionale Pan tra i frutteti.

«L’insetto – spiega il vicepresidente provinciale di Coldiretti, Simone Moretti, frutticoltore di Badia – è particolarmente prolifico e privo di antagonisti in natura. I danni sono consistenti, perché non si ciba solo di frutta matura ma anche di piccoli frutti portando la percentuale di danni in alcuni casi al 100%, con una media del 30%».

LEGGI ANCHE Invase città e campagne dell'Emilia Romagna

Dalle mele ai peperoni, dalle melanzane ai fiori di patata e perfino alle piante ornamentali, la cimice asiatica si ciba di tutto, anche di cereali come la soia, particolarmente colpita. «Mancano efficaci azioni che permettano di fermare l’emergenza – ha affermato Moretti – occorre potenziare la ricerca scientifica, affinché si trovino soluzioni più adatte ed al contempo sostenibili sia in termini economici che ambientali». Finora l’unica arma di difesa contro l’insetto è stata la rete di protezione che, oltre ad essere costosa, non garantisce l’immunità ai frutteti e non è applicabile a tutte le colture interessate, come quelle cerealicole.

«Dove si può intervenire con le reti, chiediamo alla Regione di prevedere interventi a sostegno della dotazione di reti di protezione – continua Moretti – che siano però diversi dal Psr, spesso di difficile utilizzo, garantendo l’accessibilità alle imprese». Tutte le campagne del territorio veneto sono interessate da questa presenza anche se le province più colpite sono Rovigo, Padova e Verona. «Il rischio è altissimo per la frutta polesana e per tutto il patrimonio ortofrutticolo e cerealicolo – conclude Simone Moretti –. Se non studiamo una soluzione tempestiva potremmo perdere parte la maggior parte della produzione, se non tutta».