"Cittadinanza a Bolsonaro, una vergogna"

Il sindaco di Anguillara conferisce il titolo al presidente del Brasile per le sue origini in paese. La protesta di Rifondazione

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Ieri sera, durante il consiglio comunale di Anguillara Veneta (paese in provincia di Padova) è stata conferita la cittadinanza onoraria al presidente del Brasile, Jair Messias Bolsonaro. Una decisione fortemente contestata. A capeggiare la protesta si è presentato anche un rodigino, Guido Foresti, coordinatore provinciale di Rifondazione Comunista, appena eletto a Chianciano nel comitato nazionale del partito a conclusione del congresso. Era nel paese della bassa padovana, che conta 4mila abitanti, confinante con il comune polesano di San Martino di Venezze, per dire no e protestare contro l’ammnistrazione di centrodestra che proprio in serata ha deliberato il conferimento della cittadinanza onoraria al presidente del Brasile. Un titolo che gli è stato attribuito perché suo bisnonno era originario del paese che sorge sulle sponde del fiume Adige. La sindaca del paese, Alessandra Buoso come aveva annunciato, nonostante le contestazioni ha mantenuto ferma la sua decisione, replicando alle critiche con la motivazione che l’avo di Bolsonaro era originario proprio di Anguillara Venata. All’anagrafe è infatti registrato come Vittorio Bolzonaro, nato ad Anguillara Veneta nel 1878. Dieci anni dopo la famiglia di umili contadini emigrò e lasciò il Veneto e l’Italia in cerca di lavoro nel Paese carioca e lì si stabilì. Il cognome da Bolzonaro a Bolsonaro, venne poi distorto per un errore di trascrizione. "L’amministrazione di Anguillara Veneta – afferma Foresti con decisione mentre porta avanti questa ennesima battaglia – ha concesso la cittadinanza onoraria a Bolsonaro. Come Rifondazione Comunista di Rovigo ci opponiamo a questa scelta e quindi siamo presenti come presidio fuori dal Comune ed anche all’interno, in aula, durante il consiglio comunale che è aperto al pubblico. Ci siamo battuti – aggiunge Foresti che spiega così l’obiettivo della protesta – per impedire l’approvazione della delibera". Mobilitazione che non ha ottenuto il risultato sperato. "Il via libera – riprende l’esponente di Rifondazione – é un errore e una vergogna specie guardando quando sta accadendo in Italia dopo l’assalto alla sede del sindacato della Cgil a Roma. Rifondazione Comunista è un partito della Resistenza e della Costituzione, lo siamo per definizione e per i valori nei quali chiediamo. E chiederemo quindi il rispetto della Costituzione. Vanno valutati gli ideali ed i comportamenti di Bolsonaro. Proprio a giorni a Brasilia – conclude Foresti – verrà presentata la relazione della commissione di inchiesta del congresso che documentando la sua responsabilità per oltre 600.000 morti, pare voglia arrivare a chiedere l’incriminazione di Bolsonaro per il reato di omicidio di massa. E qui gli hanno dato la cittadinanza, non ci stiamo e chiederemo a questo punto la revoca. Noi non arretriamo e continueremo a protestare".

Giuliano Ramazzina