Cna Pensionati Rovigo: "Legge di bilancio, 10 milioni di anziani spariti dalla manovra"

L'allarme lanciato da 52 associazioni che compongono il Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, che hanno portato alcune proposte per modificare e migliorare l’impianto della manovra economica.

Rovigo, 5 dicembre 2022 - La Legge di Bilancio presentata dal nuovo Governo dimentica dieci milioni di persone, circa un sesto della popolazione italiana". A scriverlo è Cna Pensionati, che si dice preoccupata per tutti quegli anziani non autosufficenti e non incluso in essa. Una preoccupazione che coinvolge anche i familiari e gli operatori professionali, che ogni giorno se ne prendono cura col molte difficoltà. Ma a rinforzare ulteriormente il grido di allarme di Cna Pensionati vi sono 52 organizzazioni che compongono il Patto per un nuovo welfare sulla non Autosufficienza, che hanno portato alcune proposte per modificare e migliorare l’impianto della manovra economica.

Anziani
Anziani

L'appello

“Gli anziani non autosufficienti  – si legge in una nota del Patto a cui aderisce Cna Pensionati – in Italia sembrano non esistere. È quanto si osserva nel testo della Legge di Bilancio presentato dal Governo, che non dedica loro neppure una riga”. Tra le proposte la possibilità di sfruttare le possibilità date Pnrr, che prevede la riforma dell’assistenza agli anziani. Un capitolo inserito nel Pnrr proprio a seguito delle richieste e della pressione del Patto. Entro marzo 2023 il Parlamento dovrà approvare la relativa Legge Delega ed entro marzo 2024 il Governo dovrà predisporre i Decreti Delegati per attuarla. Il Patto ritiene che la base di partenza sia lo schema di legge delega approvato lo scorso 10 ottobre dal precedente Governo, all’interno del quale erano già confluiti i suggerimenti delle 52 associazioni. “Metterli in pratica nel 2023 significherebbe, non sprecare il prossimo anno. Occorre cominciare a fornire subito risposte migliori, agli anziani e alle loro famiglie” - specifica Cna.

La proposta

La proposta del Patto prevede una spesa aggiuntiva di circa 300 milioni per le casse dello Stato, che tiene conto dei limiti imposti dalla crisi energetica e dall’inflazione. Sono tre le misure proposte dal Patto, e riguardano i principali ambiti del settore, tra cui servizi domiciliari, prestazioni monetarie e servizi residenziali. Per quanto riguarda la domiciliarità, la proposta è quella di avviare un servizio domiciliare pensato per gli anziani non autosufficienti, ad oggi inesistente, capace di offrire un insieme di prestazioni, rispondendo ai bisogni delle persone sia in termini di durata, sia in termini di intensità e qualità, prevedendo un maggiore raccordo tra l’aspetto sociale e quello sanitario. Il Patto propone anche un contributo aggiuntivo, per le prestazioni economiche, per i percettori di indennità di accompagnamento, consentendo così alle famiglie di assumere regolarmente assistenti, dando la possibilità di optare tra un’erogazione economica senza vincoli d’uso e un’erogazione vincolata all’assunzione di una badante, con una maggiorazione dell’importo. Ultima proposta riguarda l’erogazione di un contributo per le strutture residenziali, per aiutarle a superare questa fase di difficoltà economica.

La proposta prevede l’erogazione di un rimborso da parte dello Stato in favore di tutte le strutture pubbliche per coprire gli aumenti dei costi di gestione, a patto che non abbiano aumentato le rette nel 2022. “Queste prime misure possono rappresentare i primi passi di un percorso atto a costruire un nuovo sistema di assistenza maggiormente equo ed efficace – concludono le associazioni del Patto –. Auspichiamo che gli interventi proposti vengano accolti dal Governo e dal Parlamento  e che rappresentino l’avvio di un percorso di legislatura attento ai bisogni reali dei milioni di anziani non autosufficienti e dei loro familiari”.