Rovigo, scandalo Coimpo, ampio sistema di coperture. Così l’organizzazione operava

Si procede per corruzione e abuso d'ufficio

La forestale nello stabilimento Coimpo che trattava i rifiuti

La forestale nello stabilimento Coimpo che trattava i rifiuti

Rovigo, 14 dicembre 2017 - L’inchiesta della procura di Rovigo, sul caso Coimpo, è per «corruzione» e «abuso d’ufficio». Al momento gli indagati sono due ed hanno subito entrambi una perquisizione lunedì mattina. Uno di loro è un ex dipendente dell’azienda sanitaria polesana che prestava servizio come pubblico ufficiale proprio nella procura di Rovigo, si chiama Vanni Fusaro, è in pensione da qualche anno. L’altro è Giuseppe Boniolo, impiegato della Provincia, che fino a due anni fa si occupava delle pratiche ambientali necessarie proprio alla Coimpo. Poi è stato trasferito in un primo momento ai lavori pubblici e poi alla Protezione Civile. Giuseppe Boniolo ha anche un passato in politica, è stato consigliere comunale a Rovigo fino al 2011, prima nei Democratici di sinistra, poi nel Pd. Alle elezioni del 2011 si è ricandidato, senza però risultare eletto, con la lista civica «Aria Pulita» a sostegno del candidato sindaco Matteo Masin che aveva ottenuto il 5 per cento.

È il pubblico ministero Sabrina Duò ad occuparsi del filone legato ai pubblici ufficiali di questa vicenda nata dopo la tragedia del 22 settembre 2014 quando alla Coimpo di Cà Emo sono morte quattro persone: tre dipendenti dell’azienda hanno perso la vita a causa delle sostanze tossiche che si sono liberate per il versamento di una soluzione chimica all’interno di una vasca piena di liquami. Il quarto era un autotrasportatore di una ditta esterna. A Rovigo è già a in fase di dibattimento un processo per omicidio colposo, con diversi imputati. Ma l’indagine parallela sul traffico di rifiuti sta impegnando l’antimafia di Firenze e quella di Venezia. Secondo gli inquirenti i fanghi entravano per essere stabilizzati alla Coimpo e invece venivano trasformati in prodotti commerciali che venivano impiegati come concime per fertilizzare i terreni, sia in provincia di Rovigo sia in altre regioni, come la Toscana. L’inchiesta è di ampio raggio e vede in carcere da pochi giorni, in custodia cautelare, Gianni Pagnin, rappresentante legale, e Mauro Luise, amministratore di fatto della Coimpo. Altre quattro persone sono ai domiciliari. Gli indagati per reati ambientali sono almeno 41, compresi camionisti complici e collaboratori di vario genere. Sabrina Duò, oltre a sostenere l’accusa nei confronti degli imputati per omicidio colposo, si dedica da tempo a capire il ruolo dei pubblici ufficiali. Secondo il sostituto procuratore rodigino c’era un sistema di corruzione che consentiva all’organizzazione di poter agire indisturbata, senza subire i controlli necessari e ottenendo le autorizzazioni che servivano.