In coma etilico a 12 anni, Rovigo sotto choc. "E' solo una bambina, allucinante"

Alcuni genitori: "Dov’era la sua famiglia mentre lei beveva?"

L’abuso di alcolici tra i minorenni è in forte crescita (foto d'archivio Germogli) da anni

L’abuso di alcolici tra i minorenni è in forte crescita (foto d'archivio Germogli) da anni

Rovigo, 3 gennaio 2020 - Una ragazzina di 12 anni in coma etilico dopo una festa, la città sotto choc. Si è sentita male nella notte di Capodanno e la vicenda ha riportato sotto i riflettori l’incubo dell’abuso di alcol da parte di giovani e giovanissimi. Un fenomeno in costante crescita. Cittadini, genitori ed insegnanti si interrogano ancora smarriti per quello che è successo. C’è chi arriva a parlare di un problema culturale, di educazione delle nuove generazioni.

"Bere a 12 anni – prende la parola Chiara Pizzaleo – è allucinante. Vedo un peggioramento della situazione di anno in anno. Più si inizia a bere presto meno si ha il senso della misura, si perde ogni regola". "Sconvolgente – per Michael Braga di ‘Le Freak’ –, una ragazzina di dodici anni che si ubriaca fino a star male. Da padre di famiglia, se succedesse una cosa del genere a mia figlia mi farei due domande su cosa le ho, o non le ho, insegnato. Le regole ci sono ma spesso non vengono rispettate. La somministrazione e la vendita di alcolici a minorenni sono vietate, ma basta un maggiorenne nella compagnia dei giovani per spingere magare a bere, a fare quello che è profondamente sbagliato proprio per infrangere un divieto. Discorso analogo per quegli irresponsabili che guidano in stato di ebbrezza, o magari il guidatore è sobrio mentre i passeggeri hanno bevuto. Quando frequenti cattive compagnie rischi di iniziare a bere per sentirti grande".

"A dodici anni – ritiene Andrea Cardo del bar ‘Il Portico’ - è meglio che stiano a casa, in famiglia. Dov’erano i genitori mentre la loro figlia si ubriacava? La somministrazione di alcolici a minorenni dovrebbe essere vietate, chissà chi le ha dato da bere? La colpa è sia dei genitori, che non dovrebbero far uscire i bambini di casa da soli a quell’età, sia del locale, che ha dato da bere a una persona minorenne". "Dovrebbero esserci più controlli – interviene Fabio Carpanese – da parte delle forze dell’ordine, soprattutto nei bar. Prevenire è meglio che curare: bisognerebbe pertanto capire dove questi minorenni vanno a procacciarsi l’alcol. Va bene divertirsi, ma non bisognerebbe mai abusare di alcol, tantomeno arrivare fino al coma. I genitori, inoltre, dovrebbero controllare di più i figli: con un’educazione diversa probabilmente non accadrebbero certe tragedie".

"Alcuni locali irresponsabili – afferma Donatella Migliorini della birreria ‘Pedavena’ – vendono alcolici a minorenni, così facendo danneggiano non solo i ragazzini, ma anche le altre attività del settore. Ancora peggio accade quando danno alcol di scarsa qualità o servono da bere a gente già visibilmente alterata. Un giorno dei ragazzi palesemente minorenni ci hanno chiesto da bere. Noi ci siamo rifiutati, ma hanno trovato ciò che cercavano altrove. Quando poi chiediamo la carta di identità il rischio è che mandino gli amici maggiorenni".

"Al giorno d’oggi – dice Enrico Pizzardo di ‘Underscore’ – c’è troppa libertà. Moltissimi vendono a minori, anche alcuni supermercati. Quasi nessuno pensa alle regole perché sembra sempre più importante il fatturato rispetto al bene dei bambini. Essendo a nche istruttore, la notte di Capodanno ho raccomandato ai miei giovani atleti di non farsi trasportare da amici che ti portano sulla via dell’alcol. Se proprio si vuole bere meglio farlo in casa, un ambiente protetto in cui la famiglia ti può spiegare tutti i rischi ai quali vai in contro. Una mia parente beveva parecchio: ha smesso, ma il rischio di cascarci di nuovo è sempre alto, come per ogni dipendenza. Bisognerebbe seguire di più i propri figli. I controlli sono il primo passo ma non bastano, per esempio nel caso dell’autista sobrio con i passeggeri ubriachi".

"L’abuso di alcol – afferma Andrea Garbellini, rappresentante di istituto del liceo ‘Celio-Roccati’ – porta a situazioni spiacevoli sia che si tratti di minorenni che maggiorenni, i servizi di cronaca degli ultimi giorni mi hanno veramente stupito. Tutto ciò è stato causato da grossi problemi che ha la società oggigiorno. Servirebbe più sensibilizzazione: l’alcol si può bere ma con responsabilità". "Credo che un bicchiere in buona compagnia – afferma Ares Bagatin, presidente della consulta provinciale degli studenti – si sia dimostrata soltanto occasione d’incontro e di dialogo con amici o conoscenti. Questo però, ha valore finché la cosa è fatta usando la testa e con una buona dose di responsabilità. Capodanno quest’anno, com’è mia consuetudine, l’ho passato in compagnia dei miei amici e di qualche bicchiere di ottimo spumante. Bevete, responsabilmente, che la testa faccia da padrona. Che sia per tutti un anno di gioie e non di disgrazie".