Il padre non morì per le coltellate: condanna per lesioni a carico di Terenzio Roma

Emessa la sentenza a carico del 46enne di Corbola che aggredì il padre, che poi morì. Era inizialmente accusato di tentato omicidio

Toghe

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Corbola, 22 aprile 2022 – Una sentenza che ribalta l’iniziale capo d’imputazione. Si è tenuta l’udienza al tribunale di Rovigo sul fatto di cronaca che nell’agosto 2020 sconvolse tutta la comunità di Corbola e non solo. Nel corso del dibattimento delle parti, sono state esposte le tesi dell’accusa con il pubblico ministero Sabrina Duò e della difesa del 46 enne Terenzio Roma detto ‘Simone’, sostenuta dall’avvocato Cristina Zangerolami del foro di Rovigo. Al termine della discussione è stata emessa la condanna di 4 mesi, con pena sospesa, relativamente a lesioni aggravate.

Terenzio Roma era a processo per tentato omicidio. La sentenza del tribunale di Rovigo, quindi, ribalta l’imputazione iniziale. I fatti di questa tragedia sono successi nel Comune di Corbola il 5 agosto 2020 quando verso le 19,30, nella casa che divideva con l’anziano ed omonimo genitore, Terenzio Roma, 85 anni, in via Pampanini a Corbola, il figlio, conosciuto da tutti con il nome di Simone, ha preso in mano una forbice ferendo al collo e alla testa il padre, che era a letto per via di gravi patologie degenerative.

L’85enne morì poco dopo l’aggressione del figlio. A seguito di quanto accertato dalle perizie mediche sul padre fu stabilito che la causa della morte non era attribuibile alle ferite inferte dal figlio, ma alla malattia. L’anziano aveva avuto tre figlie con la prima moglie e poi il figlio maschio da una seconda relazione. Di professione aveva fatto l’imprenditore, lavorava il marmo e poi nel commercio delle slot machine.